Bruxelles – Rendere l’Europa più vicina ai propri cittadini passa anche attraverso la possibilità che questi hanno di accedere ai documenti dell’Unione. Per questo motivo il Consiglio europeo ha presentato oggi (21 maggio) la relazione sull’accesso al pubblico nel 2023 dei propri documenti. Dal report emerge un trend che si conferma in crescita: l’anno scorso le richieste d’accesso sono aumentate del 35 per cento, dopo che nel 2022 erano cresciute del 32 per cento rispetto al 2021.
La relazione evidenzia che il registro pubblico del Consiglio comprende oltre 505.000 documenti in lingua originale. Di questi, oltre il 72 per cento è pubblico e disponibile per il download. Tra i file pubblici ci sono quelli relativi ai risultati delle consultazioni tra gli Stati e ai negoziati con il Parlamento europeo. Chiunque può chiedere di accedere ai documenti anche qual ora non siano stati resi pubblici. Solo in due casi l’Ue può rifiutarsi di condividere i file: se riguardano una decisione non ancora presa di cui si sta discutendo oppure se trattano materie di difesa e questioni militari, per cui la diffusione delle informazioni potrebbe compromettere la sicurezza dell’Ue o degli Stati membri.
Oltre la metà delle richieste d’accesso agli atti provengono dalla società civile: il 31 per cento dalle organizzazioni del settore privato e il 23 per cento dal mondo accademico. Per quanto riguarda le aree d’interesse i documenti più richiesti appartengono a: giustizia e affari interni (18 per cento), competitività (12 per cento) e politica estera e sicurezza (9 per cento).