Bruxelles – Netanyahu come Putin. E come i leader di Hamas. Il procuratore capo della Corte penale internazionale (Icc), Karim A.A. Khan, ha chiesto al tribunale dell’Aia di emettere mandati d’arresto contro il primo ministro israeliano e il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, per “crimini di guerra e crimini contro l’umanità”. Assieme a loro – e con gli stessi capi d’accusa -, tre dei leader massimi del gruppo terroristico che governa la Striscia di Gaza: Yahya Sinwar, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri e Ismail Haniyeh.
Per l’avvocato britannico, Procuratore capo dell’Icc dal 2021, Netanyahu e Gallant sarebbero responsabili di aver affamato la popolazione civile palestinese come metodo di guerra, di aver causato intenzionalmente “grandi sofferenze, gravi lesioni al corpo o alla salute o trattamenti crudeli”, di “dirigere intenzionalmente attacchi contro una popolazione civile“. Tutti reati che lo Statuto di Roma dell’Icc costituiscono crimini di guerra. Ma il premier israeliano e il ministro della Difesa sarebbero colpevoli anche di crimini contro l’umanità: “Sterminio, persecuzione e altri atti disumani”. Crimini che – secondo la valutazione dell’Ufficio del procuratore -, “continuano ancora oggi”.
Parallelamente, i tre leader di Hamas sono accusati di aver compiuto una serie di crimini contro l’umanità: “sterminio, stupro e altri atti di violenza sessuale, tortura e altri atti disumani”. E “presa di ostaggi, stupro, trattamento crudele e oltraggi alla dignità personale”, che costituiscono crimini di guerra.
“Oggi sottolineiamo ancora una volta che il diritto internazionale e le leggi sui conflitti armati si applicano a tutti”, ha sottolineato Khan, ricordando inoltre che il suo ufficio sta portando avanti ulteriori indagini, tra cui quelle relative alle denunce di violenza sessuale durante gli attacchi del 7 ottobre e in relazione ai bombardamenti su larga scala che hanno causato e continuano a causare così tante morti, feriti e sofferenze civili a Gaza.
Se la camera preliminare del Tribunale dell’Aia convaliderà i mandati d’arresto, i 123 Paesi che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma dovranno adeguarsi alla decisione dell’Icc e procedere ad arrestare i colpevoli qualora si trovassero sul loro territorio. Così come successo a Vladimir Putin nel marzo 2023, ritenuto colpevole di crimini di guerra per la deportazione e trasferimento illegale di popolazione dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa. Netanyahu, come il leader russo, non potrebbe a quel punto più muoversi liberamente. Non in Europa quanto meno, nonostante il supporto che alcuni leader Ue – in primis la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – gli hanno sempre dimostrato finora. Ma nulla gli vieterebbe di recarsi a casa degli alleati americani, che non hanno mai ratificato lo Statuto di Roma fondativo dell’Icc.