Bruxelles – La strategia dell’Unione europea per l’indipendenza energetica sta funzionando. La risposta dell’Ue alle operazioni militari russe in Ucraina ha prodotto risultati tangibili, nell’abbattimento degli acquisti di gas e petrolio che Gazprom e Rosneft non pompano più verso il blocco dei Ventisette. La Commissione europea, due anni dopo il varo della strategia RepowerEu concepita per sottrarsi dal gioco russo e ridurre gli introiti utili alla macchina bellica del Cremlino, traccia una bilancio. “Due anni dopo, i risultati dei nostri sforzi collettivi sono evidenti a tutti“, sottolinea la presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen. “Abbiamo effettuato un massiccio taglio alle importazioni di energia russa, comprimendo l’economia di guerra del Cremlino e dimostrando solidarietà ai nostri amici ucraini”.
Le parole di von der Leyen sono sostenute sui dati. La domanda di gas naturale è diminuita del 18 per cento tra agosto 2022 e marzo 2024 e di conseguenza sono stati risparmiati ben 125 miliardi di metri cubi di gas. Ma se si guarda al comparto energetico del gas, non solo a quello naturale ma a prodotti derivati e gas liquefatto (Gnl), le importazioni russe totali sono scese da una quota complessiva del 45 per cento nel 2021 al 15 per cento nel 2023. Si tratta di “risultati significativi”, rileva l’esecutivo comunitario, che “mettono l’UE sulla buona strada per eliminare gradualmente le importazioni di gas fossile russo entro il 2027″. A tutto questo si aggiungono le sanzioni sul petrolio, per cui è stata decretata la quasi completa messa al bando. Le restrizioni coprono il 90 per cento di greggio e prodotti petroliferi russi.
“La nostra reazione è stata rapida e vigorosa”, sottolinea ancora una soddisfatta von der Leyen. “Abbiamo spezzato la nostra dipendenza energetica dalla Russia e gli oleodotti di Putin non sono più uno strumento di ricatto contro l’Europa“. Il più è fatto, ma c’è ancora del lavoro da fare, la presidente della Commissione Ue lo sa bene. Non a caso ricorda che a Bruxelles e nella capitali degli Stati membri non si resta con le mani in mano. “Adesso stiamo portando avanti i nostri sforzi per eliminare gradualmente le importazioni russe di combustibili fossili, per fornire energia più sicura, pulita e conveniente ai cittadini europei e per rafforzare la competitività delle nostre industrie”.