Bruxelles – Ottimismo misto a preoccupazione. L’economia a dodici stelle tiene, ma il vero interrogativo è per quanto potrà riuscirci. Le previsioni economiche di primavera della Commissione europea contengono elementi contrastanti. Da una parte una crescita migliore del previsto all’inizio del 2024 e la continua riduzione dell’inflazione hanno creato le premesse per una graduale espansione dell’attività economica, nell’orizzonte di previsione. Dall’altra parte, però, l’incertezza e i rischi al ribasso per le prospettive economiche sono ulteriormente aumentati negli ultimi mesi. Il risultato sono stime prudenziali, aperte agli aggiornamenti del caso nei prossimi mesi.
Crescita dell’eurozona dello 0,8 per cento nel 2024, dunque, come nelle precedenti previsioni di febbraio. Ma rispetto a quei dati, i nuovi vengono tagliati di 0,1 punti percentuali per ciò che riguarda il 2025: Prodotto interno lordo atteso (Pil) adesso all’1,4 anziché all’1,5 per cento. Pesano i rallentamenti delle principali economie dell’area dell’euro, a cominciare da quella tedesca, vista come praticamente ferma quest’anno (0,1 per cento). Crescita contenuta anche in Francia (0,7 per cento), con l’Estonia addirittura in contrazione (-0,5 per cento).
Le buone notizie arrivano sul fronte dell’indice dei prezzi al consumo. “Si prevede che l’inflazione continuerà a diminuire e raggiungerà l’obiettivo di riferimento leggermente prima nel 2025 rispetto a quanto previsto nelle previsioni intermedie invernali”, sottolinea l’esecutivo comunitario. I numeri indicano, per l’eurozona, una decelerazione dal 5,4 per cento nel 2023 al 2,5 per cento nel 2024 e al 2,1 per cento nel 2025. Rispetto alle stime di febbraio la Commissione taglia di 0,2 punti percentuali l’inflazione per l’anno in corso e di 0,1 punti percentuali per il prossimo.
Pesano, e tanto, i fattori esterni. L’evoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina e quello in Medio Oriente sono i principali. Ma più in generale “anche le tensioni geopolitiche più ampie continuano a comportare rischi”, si mette in guardia. Senza contare che “la persistenza dell’inflazione negli Stati Uniti potrebbe portare a ulteriori ritardi nei tagli dei tassi negli Usa e altrove, con conseguente inasprimento delle condizioni finanziarie globali”.
Il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, prova a fare sintesi e bilancio di un documento fatto di luci e ombre. “L’economia dell’Ue si è ripresa notevolmente nel primo trimestre, indicando che abbiamo voltato pagina dopo un 2023 molto impegnativo”. Date queste premesse, spiega, “ci aspettiamo una graduale accelerazione della crescita nel corso di quest’anno e del prossimo”. Tuttavia, aggiunge ancora, “le nostre previsioni rimangono soggette a elevata incertezza e, con due guerre che continuano a imperversare non lontano da casa, i rischi al ribasso sono aumentati”.
Da qui l’invito a riforme e prudenza. “Il debito pubblico – sostiene Gentiloni – è destinato ad aumentare leggermente l’anno prossimo, indicando la necessità di un consolidamento di bilancio proteggendo al tempo stesso gli investimenti”. Indicazioni valide sopratutto per l’Italia e il suo debito infinito. A cui si aggiungono quelle di Valdis Dombrovskis, commissario per un’Economia al servizio delle persone, che chiede “politiche di spesa prudenti per ridurre i livelli di debito”.