Bruxelles – Matteo Salvini gongola. La crociata del vicepremier e ministro dei Trasporti contro le restrizioni austriache del traffico al Brennero incassa un sostegno decisivo: per la Commissione europea alcune delle misure attuate da Vienna limitano la libera circolazione delle merci e “mancano di coerenza”. Dopo il parere motivato di Bruxelles, il Mit può ora formalizzare il ricorso alla Corte di Giustizia Ue con maggiore fiducia.
La risposta della Commissione europea al procedimento innescato da Salvini il 15 febbraio scorso è arrivata all’ultimo giorno disponibile. Secondo l’Articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue), “ciascuno degli Stati membri può adire la Corte di giustizia dell’Unione europea quando reputi che un altro Stato membro ha mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù dei trattati”. Ma prima di bussare alla Corte di Lussemburgo, gli Stati devono rivolgersi alla Commissione europea, che ha tre mesi di tempo per esprimersi sul caso.
Nel parere adottato oggi, l’esecutivo Ue prende di mira i divieti aggiuntivi – oltre a quelli già esistenti – di circolazione notturna, di circolazione settoriale per alcune merci con “affinità ferroviaria”, di circolazione invernale il sabato e il razionamento dei veicoli pesanti che entrano in autostrada (noto come “dosaggio”), imposti dall’Austria al valico del Brennero a partire dal secondo semestre del 2023. Da lì passa buona parte parte delle merci italiane dirette in Germania, con circa oltre 50 milioni di tonnellate di beni all’anno.
Dopo aver valutato le osservazioni scritte e orali di entrambi gli Stati membri, e “pur riconoscendo alcune spiegazioni avanzate dall’Austria in relazione a considerazioni di carattere ambientale”, la Commissione ritiene che le misure austriache “manchino di coerenza” e non possano quindi essere “giustificate nella loro interezza” in base al raggiungimento degli obiettivi prefissati: tutela dell’ambiente, sicurezza stradale, fluidità del traffico o sicurezza dell’approvvigionamento.
La posizione di Vienna è chiara da tempo: la libertà di circolazione garantita dai Trattati non comporta l’obbligo di trasportare obbligatoriamente le merci su gomma. “Abbiamo delle capacità su rotaia, siete pregati di utilizzarle”, aveva dichiarato l’inverno scorso la ministra dei trasporti austriaca Leonore Gewessler. Ma per Salvini la mossa austriaca costituiva “semplicemente concorrenza sleale austriaca nei confronti degli imprenditori e degli autotrasportatori italiani, tedeschi e dell’intero continente europeo”.
A tal proposito la Commissione Ue ha sottolineato che le limitazioni imposte dall’Austria hanno “maggiore probabilità di incidere sulle imprese straniere rispetto a quelle austriache”. Una vittoria italiana su tutta la linea, fatto salvo per l’accusa a Vienna di “presunta mancanza di cooperazione sincera”. Accusa smontata dalla Commissione, che ha ritenuto che l’Italia non abbia fornito prove sufficienti a sostegno di tale affermazione. Un dettaglio che non turba la “grande soddisfazione” con cui il Mit ha accolto il parere di Bruxelles, che “dimostra quindi la bontà della posizione del Governo italiano” e la decisione, “su forte input del Vicepremier Salvini, di intraprendere la strada giudiziaria dopo anni di interlocuzioni finalizzate a trovare una soluzione negoziata, frustate dall’intransigenza austriaca“.
Rivendica il successo anche il Carroccio: “È un’ottima notizia, risultato del lavoro che da anni la delegazione della Lega al Parlamento europeo porta avanti su questo tema in commissione Trasporti, nel dialogo avviato con la commissaria Valean, in piena sintonia con l’impegno del ministro dei Trasporti Salvini”, hanno commentato il capo delegazione della Lega all’Eurocamera, Marco Campomenosi, e Paolo Borchia, europarlamentare del Carroccio, entrambi componenti della commissione Trasporti.