Bruxelles – Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato oggi (14 maggio) le conclusioni in materia di supporto agli influencer nell’Ue. Dato l’alto numero di post pubblicati sui social network che finiscono per condizionare le opinioni degli utenti, l’Unione europea vuole supportare i creatori di contenuti anche con dei corsi di alfabetizzazione online. L’idea è quella di implementare la conoscenza degli influencer in materia di correttezza dell’informazione così da evitare la diffusione, anche involontaria, delle fake news.
Gli europei trascorrono sempre più tempo online, il che significa che gli influencer che creano contenuti per i social media hanno un impatto sempre più grande sul modo in cui percepiamo e comprendiamo il mondo. Le conclusioni del Consiglio rilevano che, sebbene gli influencer si avvalgano già delle proprie competenze tecniche per produrre contenuti, hanno bisogno d’implementare le proprie competenze di alfabetizzazione mediatica. Questo permetterebbe loro di comprendere il potenziale impatto negativo della condivisione di informazioni errate e di disinformazione oltre ai rischi dell’incitamento all’odio online, del cyberbullismo e di altre attività illegali.
Il Consiglio dell’Unione europea si dichiara anche preoccupato per l’aumento dei ‘kidfluencer’ ovvero gli influencer di età inferiore ai diciotto anni. In questi casi bisogna insistere sul ruolo dei genitori, anche formandoli su quali siano i loro compiti, così da proteggere i giovani creatori di contenuti.
Nelle conclusioni il Consiglio Eu incoraggia gli Stati membri a impegnarsi con gli influencer e le loro organizzazioni rappresentative per garantire che questi siano consapevoli del loro ruolo nell’ecosistema dei media e della legislazione a cui fanno riferimento. Inoltre il Consiglio Ue invita la Commissione a esplorare modalità per sostenere gli influencer a livello dell’Unione, anche attraverso un approccio politico coerente incentrato sull’alfabetizzazione mediatica e un comportamento online responsabile, nonché utilizzando i fondi e i programmi esistenti sull’educazione ai media.
Le nuove conclusioni del Consiglio dell’Ue vanno di pari passo con la spinta della Commissione europea nel tentativo di normare meglio la figura dell’influencer. In una recente indagine, predisposta dalla Commissione e dagli Stati membri il numero di contenuti che non rispettavano le regole d’indicazione della pubblicità nei post erano circa il 72 per cento.
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