Bruxelles – La Commissione europea fa il punto sui due anni di attuazione del piano energetico RePowerEu, presentato il 18 maggio 2022 nel bel mezzo della crisi energetica trainata dalla guerra di Russia in Ucraina. E l’Italia si trova a dover risolvere un dilemma paradossale: “Uno dei mercati leader nelle tecnologie pulite”, ma ancora “molto dipendente dai combustibili fossili”. Che nel 2022 costituivano il 79 per cento dell’energia disponibile lorda dello Stivale.
Nel report dedicato a Roma, l’esecutivo Ue sottolinea in primo luogo che nel periodo tra agosto 2022 e gennaio 2024 l’Italia ha ridotto del 17 per cento il consumo di gas. Un risultato che – seppure sotto la riduzione media del 18 per cento registrata a livello Ue – centra l’obiettivo volontario di riduzione della domanda del 15 per cento stabilito da Bruxelles. Ben lontano da quanto è riuscita a fare la Danimarca (-40 per cento), ma meglio – tra gli altri – di Germania (-16 per cento), Belgio (-16 per cento) e Spagna (-12 per cento).
Ma la strada verso la neutralità climatica è lunga e tortuosa: l’Italia è ancora “molto dipendente dai combustibili fossili”, soprattutto dal gas che arriva dal Cremlino. “Storicamente la Russia è stata il maggiore fornitore per l’Italia”, rileva il rapporto della Commissione, e toccava quota 40 per cento del totale del gas importato nel 2021. Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Italia è riuscita a ridurre la dipendenza dal gas russo fino al 19 per cento e “mira a eliminarla gradualmente” entro il 2025.
Le cose vanno meglio sulla produzione di energia pulita. Nel 2023 l’Italia ha installato circa 5.7 GigaWatt di capacità elettrica da energie rinnovabili, portando il totale a 65.2 GW. Qui Roma sembra aver cambiato marcia: sempre nel 2023, il tasso di crescita annuale di installazione di capacità energetica da rinnovabili è salito fino al 9,5 per cento, rispetto al 2,5 per cento del 2021. “L’Italia resta uno dei mercati leader nelle tecnologie pulite, ospitando un sostanzioso numero di impianti di produzione di energia eolica e solare fotovoltaica”, evidenzia la Commissione. Per quanto riguarda la capacità produttiva di componenti per il solare fotovoltaico, oltre il 22 per cento della quota del fotovoltaico integrato sugli edifici prodotto dall’Ue proviene dall’Italia e l’Italia è “tra i primi due maggiori produttori all’interno dell’Ue”.
La Commissione ripone importanti aspettative sulla messa a terra del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: “Con la necessità di dare priorità a ulteriori investimenti infrastrutturali, l’Italia sta potenziando la propria rete elettrica per accogliere una quota maggiore di energia rinnovabile”, appunta il report. Investimenti che arriveranno “grazie al suo Pnrr”. Menzionato anche il Superbonus, nel paragrafo dedicato alle misure di efficientamento energetico: “Nel 2023 sono progrediti i regimi di detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, l’efficienza energetica e le rinnovabili”, rileva Bruxelles. Secondo i dati raccolti dalla Commissione, a fine 2023 il Superbonus 110% per gli immobili residenziali ha realizzato 494.406 ristrutturazioni energetiche (di cui il 26,7 per cento edifici condominiali).