Bruxelles – Bianco, rosso, blu. I colori della bandiera sono gli stessi, basta un tocco di Photoshop e il gioco è fatto. In Repubblica Ceca è in corso una battaglia elettorale a colpi di fotoritocco (e di aspre polemiche) che hanno come protagonisti i volti dell’ex-premier e leader controverso dei liberali di Ano, Andrej Babiš, e della sua candidata principale alle elezioni europee di giugno, Klára Dostálova, raffigurati come sostenitori delle istanze del Cremlino a un mese dalla convocazione dei cittadini alle urne per il rinnovo del Parlamento Europeo.
Tutto è iniziato lo scorso primo maggio, quando il partito populista di orientamento liberal-conservatore (membro della famiglia europea dell’Alde, il Partito dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa) ha lanciato la sua campagna elettorale con lo slogan Česko pro tebe všecko (“Repubblica Ceca, tutto per te”). Come riportano i media cechi, a stretto giro è stata lanciata una contro-campagna rilanciata dalla coalizione Spolu di centro-destra attualmente al governo guidata dal Partito Civico Democratico (Ods) del primo ministro, Petr Fiala. Al posto della bandiera della Repubblica Ceca pitturata sui visi di Babiš e Dostálova è comparsa quella russa, con lo slogan modificato in Rusko pro tebe všecko (“Russia, tutto per te”).
La parodia della campagna elettorale di Ano non è stata direttamente rivendicata dalla coalizione di centro-destra o dal partito di governo membro del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) – che è presieduto dalla premier italiana, Giorgia Meloni – ma è stata ampiamente condivisa e verosimilmente commissionata da simpatizzanti o membri di Spolu. Il presidente (indipendente) della Repubblica, Petr Pavel, ha criticato la contro-campagna, sostenendo che è “pericolosa e irresponsabile” tanto quanto le dichiarazioni dell’ex-premier Babiš sulla guerra in Ucraina (in particolare per quanto riguarda le conseguenze energetiche in Europa e nel Paese) e sul rischio di una guerra con la Russia per far leva sulle paure degli elettori.
Babiš è una figura politica ben conosciuta a Bruxelles, soprattutto per i suoi conflitti di interesse quando era primo ministro della Repubblica Ceca (tra il 2017 e il 2021). Nel 2022 la Commissione Ue ha inflitto una multa di 3,3 milioni di euro a Praga, a causa di anni di gestione pilotata dei sussidi Ue per l’agricoltura attraverso le società della holding agrochimica Agrofert, di cui era prima amministratore unico e poi proprietario di almeno due fondi fiduciari. Nel 2021 i risultati di un’ispezione dei conti dell’esecutivo Ue avevano accertato il conflitto di interesse nel corso dei negoziati del bilancio Ue e avevano stimato a11 milioni di euro la distribuzione illecita dei finanziamenti da Bruxelles ad Agrofert.