Bruxelles – L’Ue impiega troppo tempo per recuperare le spese irregolari nei Paesi membri. In genere più di due anni dal completamento delle attività finanziate e ritenute a posteriori non idonee. Ma “ad una percentuale tra l’1 e l’8 per cento delle somme da recuperare semplicemente si rinuncia“, soprattutto per i fondi destinati all’agricoltura, che sono gestiti in modo concorrente e sui quali la responsabilità primaria è degli Stati membri. La fotografia scattata oggi (7 maggio) dalla Corte dei Conti Ue inchioda la Commissione europea alle proprie responsabilità di controllo finanziario.
La Corte con sede a Lussemburgo ha constatato che “sebbene la Commissione faccia sì che le spese irregolari siano registrate in modo esatto e celere, per recuperare tali somme spesso occorre troppo tempo”. Si parla, per il periodo 2014-2022, di 14 miliardi di euro segnalati come fondi erogati indebitamente. Nel 2022, circa 993 milioni di euro. Recuperarli significa chiedere la restituzione totale o parziale degli importi versati ad un organismo attuatore o ad un beneficiario che non hanno soddisfatto i requisiti per i finanziamenti dell’Ue. Secondo le stime della Corte, occorrono in genere dai 14 ai 23 mesi dal completamento delle attività finanziate solo per emettere una richiesta di restituzione, a cui vanno sommati dai 3 ai 5 mesi prima di recuperare i fondi.
“Dovrebbe essere profuso ogni sforzo per recuperare senza indugio i fondi comunitari indebitamente spesi – ha affermato Jorg Kristijan Petrovic, il Membro della Corte responsabile dell’indagine -, l’Ue lo deve ai propri contribuenti, ed ogni fallimento nel recuperare i fondi fa diminuire la fiducia dei cittadini dell’Ue”. Una questione sempre più urgente: tra il 2021 e il 2022, il tasso di fondi indebitamente spesi è salito dal 3 al 4,2 per cento del bilancio. Ma il collo di bottiglia principale è che solo il 20 per cento del bilancio viene gestito direttamente dalla Commissione europea, mentre circa il 70 per cento è gestito in maniera concorrente con gli Stati membri ed il 10 per cento è gestito indirettamente tramite altre organizzazioni internazionali o paesi extra-Ue.
Spese irregolari nel settore dell’agricoltura
Se per quanto riguarda la gestione diretta e indiretta, spetta alla Commissione individuare e registrare le spese irregolari e recuperare i fondi, in regime di gestione concorrente la Commissione delega agli Stati membri la responsabilità di registrare e recuperare le spese irregolari, pur mantenendo la responsabilità finale di assicurarsene. È in questi casi – soprattutto per recuperare i fondi nel settore dell’agricoltura – che la Corte dei Conti suggerisce di reintrodurre incentivi aggiuntivi in mondo che gli Stati membri recuperino le spese irregolari in modo più tempestivo.
Nel periodo tra il 2014 e il 2022, l’audit rileva che “almeno il 75 per cento dell’importo totale degli ordini di riscossione è stato saldato, ma dopo lunghi ritardi”. Per quanto riguarda i fondi per l’agricoltura, i tassi di recupero variano notevolmente tra i Paesi membri: dal 92 per cento dell’Austria al 17 per cento della Polonia. Dal 2007 al 2022 in Italia sono stati spesi in modo irregolare 378 milioni di euro del Fondo europeo agricolo di garanzia e il Paese finora ne ha recuperati poco più della metà, il 56 per cento. A cui però è corrisposto un tasso di cancellazione del 10 per cento.