Bruxelles – Dalla difesa europea alla transizione verde, passando per immigrazione e guerra economico-commerciale contro la Cina. Due ore di dibattito sui temi più caldi della campagna elettorale, con tutti i protagonisti a darsi battaglia a colpi di programmi e punti di vista. In vista delle prossime elezioni europee (6-9 giugno), in Francia, i principali partiti si sono affrontati in diretta televisiva. Al confronto hanno partecipato i capilista dei sette principali sette: Jordan Bardella (Rassemblement national), Valérie Hayer (Renaissance), Raphaël Glucksmann (Parti socialiste), Manon Aubry (La France insoumise), Marie Toussaint (Les Ecologistes), François-Xavier Bellamy (Les Républicains) e Marion Maréchal (Reconquête!).
Il dibattito sull’esercito europeo
Ad accendere il confronto è stata la questione sulla possibile creazione di un esercito europeo viste le sfide che la Francia e l’Unione europea stanno affrontando dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Contro questa ipotesi, con argomentazioni differenti si sono schierati gli esponenti dei due partiti della destra radicale: Marion Maréchal di Reconquête (il partito di Éric Zemmour) e Jordan Bardella del Rassemblement national di Marine Le Pen. La possibilità di un futuro disimpegno in materia di difesa degli Stati Uniti, anche in vista della possibile elezione di Donald Trump, ha accomunato tutti gli altri aspiranti europarlamentari a sostenere la necessità di un esercito europeo. Marie Toussaint, presente nell’Europarlamento in questa legislatura per i Verdi/ALE, ha ricordato a Bardella: “Volete una Francia più forte e un’Europa più debole, ma così otterrete una Francia debole e senza alleati”.
Dall’esercito europeo si è poi passati a dibattere sulla due guerre in corso: Ucraina e Gaza. Al riguardo, Bardella ha dovuto difendersi dagli attacchi degli altri esponenti per le sue posizioni giudicate poco chiare se non apertamente favorevoli alla Russia. Ad aver acceso gli animi è stata anche la conferma nelle liste elettorali del Rassemblement national di Thierry Mariani, già eurodeputato per ID (identità e democrazia), accusato di essere un convinto filorusso oltre ad avere sostenuto vari regimi autoritari, tra cui quello Bashar al-Assad in Siria.
Visioni differenti per un Europa più verde
Il tema più sentito è stato il divieto imposto dall’Ue alla vendita di automobili con motori termici a partire dal 2035. Per i partiti della destra radicale questa scelta è un suicidio che colpirà sia le famiglie francesi sia l’industria dell’automobile nell’esagono. Anche per il repubblicano François-Xavier Bellamy, eurodeputato nel partito Popolare europeo, lo stop non è funzionale al raggiungimento dello scopo di ridurre le emissioni: “la questione semmai è capire come far uscire gli altri Paesi del mondo dalla carbonizzazione”. Favorevoli, con varie sfumature, gli altri partiti con Marie Toussaint che ha chiesto l’introduzione di un Iva ridotta per i beni che fanno bene alla salute e all’ambiente.
Altro terreno di scontro tra i candidati è stata la questione agricola. Bardella ha accusato l’Ue di introdurre norme sempre più stringenti per gli agricoltori, rendendo troppo complicato il loro lavoro. Sotto accusa anche il programma Ue ‘Farm to the Fork’ per un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente, additato d’aver portato il declino agricolo. Al contrario Valérie Hayer, europarlamentare di Renew, ha sottolineato che i nuovi regolamenti servono per tutelare l’ecosistema e in ultima analisi i contadini stessi, dato che sono i più colpiti dai cambiamenti climatici.
Lo scontro sull’immigrazione
Marion Maréchal ha iniziato il dibattito chiedendo di fermare l’immigrazione ricordando che in Francia “abbiamo già avuto un Bataclan e ora la Dgse (servizi segreti francesi ndr) ha avvertito su possibili infiltrazioni terroristiche tra i rifugiati”. Inoltre, i due partiti della destra radicale hanno evidenziato la necessità di trovare degli accordi con gli Stati di partenza per il rientro di chi migra illegalmente.
Di segno opposto invece la critica al sistema migratorio da parte di Manon Aubry, eurodeputata nel gruppo della Sinistra, secondo cui “inumana e inefficace perché ha trasformato il nostro mar Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto” accusando anche Frontex di essere “un agenzia di morte alle frontiere dell’Unione”. Raphaël Glucksmann, europarlamentare per l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) ha imputato a Bardella il fatto di parlare delle questioni migratorie in modo ideologico, decontestualizzando la realtà, come in un video di Tiktok: “Siete come la vostra amica Meloni che ha fatto campagna elettorale sostenendo un programma di immigrazione zero e di un blocco navale, ma una volta arrivata al potere cos’ha fatto?”.
La sfida economica della Cina
La necessità di tornare a produrre in Europa ha accomunato tutti i presenti al dibattito, ma le ricette sono molto diverse. Avere delle industrie capaci di sostenere lo sforzo delle transizioni verdi e digitale è fondamentale, per questo non si può abbandonare alla Cina lo sviluppo di alcuni settori chiave come la produzione di pannelli solari o di microchip. A proposito di Cina non è passata in secondo piano nemmeno la questione sui diritti civili. Il rappresentante del partito socialista, Raphaël Glucksmann, ha ricordato lo stato di schiavitù degli Uiguri sostenendo che il governo Macron gli ha dimenticati durante l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping.