Bruxelles – Dopo X e TikTok è il turno di Meta. La Commissione Europea ha avviato oggi (30 aprile) un nuovo procedimento formale nell’ambito del rispetto del Digital Services Act (Dsa) per valutare se il fornitore di Facebook e Instagram abbia violato le norme previste dalla legge sui servizi digitali entrata pienamente in vigore lo scorso 17 febbraio, in particolare sul piano delle politiche e pratiche relative alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici. Ma anche per quanto riguarda la mancata disponibilità di un meccanismo di monitoraggio elettorale in tempo reale in vista delle elezioni europee del 6-9 giugno.
Come rende noto lo stesso esecutivo Ue, i procedimenti in corso si stanno concentrando su quattro aree. In primis sulla pubblicità ingannevole e disinformazione, dal momento in cui c’è il sospetto al Berlaymont che Meta non si stia allineando agli obblighi per contrastare campagne di disinformazione e comportamenti non autentici coordinati, la cui proliferazione “può rappresentare un rischio per il discorso civico, i processi elettorali e i diritti fondamentali, nonché per la protezione dei consumatori”. C’è poi il tema del political content approach, vale a dire che i contenuti politici nei sistemi di raccomandazione di Instagram e Facebook vengono declassati, e questo potrebbe non essere conforme agli obblighi del Digital Services Act: “L’indagine si concentrerà sulla compatibilità di questa politica con gli obblighi di trasparenza e di ricorso degli utenti”.
Il terzo ambito di indagine mette sotto la lente è il meccanismo di segnalazione dei contenuti illegali di Meta, il cosiddetto ‘meccanismo di avviso e azione’ che consente agli utenti di segnalare la presenza di contenuti illegali sui suoi servizi. La potenziale non-conformità dello strumento deriverebbe dal fatto che non sembrano essere soddisfatti i requisiti di “facile accesso e facile utilizzo” per tutti gli utenti, ma anche dal sospetto che Meta non abbia messo in atto un efficace sistema interno per la presentazione di reclami contro le decisioni prese in materia di moderazione dei contenuti.
E infine la questione della mancata disponibilità di un “efficace strumento di monitoraggio in tempo reale” del discorso civico e delle elezioni da parte di terzi in vista delle prossime tornate europee e nazionali nei Paesi membri Ue. “Meta sta per deprezzare CrowdTangle, uno strumento di public insights che consente il monitoraggio delle elezioni in tempo reale da parte di ricercatori, giornalisti e società civile, anche attraverso cruscotti visivi in diretta, senza un’adeguata sostituzione”, avverte la Commissione, ricordando che “l’accesso a tali strumenti dovrebbe invece essere ampliato”. Il sospetto è che Meta “non abbia valutato diligentemente e mitigato adeguatamente i rischi” in materia, anche considerata la portata delle piattaforme Facebook e Instagram sul territorio Ue (oltre 250 milioni di utenti attivi mensili), e che potrebbe essere minata la capacità di tracciamento della disinformazione e dell’errore, l’identificazione dell’interferenza e la trasparenza complessiva in tempo reale.
A questo punto i servizi del Berlaymont continueranno a raccogliere prove su queste quattro aree di potenziale violazione delle disposizioni del Digital Services Act, con ulteriori richieste di informazioni, colloqui e ispezioni, e parallelamente potranno adottare misure provvisorie e decisioni di non conformità. “L’avvio di un procedimento formale non ne pregiudica l’esito”, precisa la Commissione, sottolineando che il Dsa non fissa alcun termine legale per la conclusione dei procedimenti formali. La durata dell’indagine può dipendere da fattori come la complessità del caso e la misura in cui Meta collaborerà anche con impegni per porre rimedio alle questioni oggetto del procedimento. “Se sospettiamo una violazione delle regole, noi agiamo, questo vale in ogni momento ma soprattutto in occasione di elezioni democratiche”, ha messo in chiaro la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. Dopo l’entrata in vigore alla fine dello scorso anno, dal 25 agosto Meta è nella lista delle 19 piattaforme digitali che devono adeguarsi agli obblighi previsti dal Digital Services Act.