Bruxelles – La seduta plenaria del Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza oggi (24 aprile) la proposta per regolamentare i lavoratori “riders” e delle piattaforme. La nuova norma è volte a migliorare le condizioni di chi ha un lavoro legato al digitale: spesso queste persone hanno un contratto da lavoro autonomo anche se nei fatti sono dei lavoratori dipendenti. La proposta deve ora essere approvata dal Consiglio dell’Ue, che però ha già bocciato proposte simili.
Il Parlamento europeo ci riprova a far approvare una legge che tuteli i lavoratori delle piattaforme digitali. Con 554 voti a favore, 56 voti contrari e 24 astensioni l’Eurocamera ha dato il suo ok alla proposta della relatrice socialista (S&D) Elisabetta Gualmini. La direttiva obbliga i Paesi dell’Ue a stabilire una presunzione legale di lavoro subordinato a livello nazionale, con l’obiettivo di correggere lo squilibrio di potere tra la piattaforma di lavoro digitale e la persona che ci lavora. Secondo il testo approvato dal Parlamento europeo, l’onere della prova spetta alla piattaforma.
La nuova norma assicura anche che i lavoratori digitali non possano essere licenziati o allontanati sulla base di una decisione presa da un algoritmo o da un sistema decisionale automatizzato. Le piattaforme di lavoro digitale devono invece garantire una supervisione umana sulle decisioni importanti che riguardano direttamente le persone che svolgono il lavoro sulla piattaforma.
Sono più di 500 le piattaforme di lavoro digitale presenti nell’Ue con più di 28 milioni di persone impiegate. Queste cifre, spiega Gualmini, rendono l’idea di quanto sia importante intervenire sulla materia: “Normiamo per la prima volta al mondo gli algoritmi nel mercato del lavoro, chiediamo trasparenza e diciamo che i sistemi automatizzati non devono agire al di fuori della supervisione umana” aggiungendo anche che, con questo provvedimento “vogliamo cavalcare lo sviluppo digitale, ma in una società buona, che rispetti le aspettative minime di ognuno di noi, tra le quali avere un lavoro dignitoso”.