Bruxelles – La Cina starebbe sfavorendo aziende e prodotti europei nel mercato degli appalti per dispositivi medici, attraverso misure atte a restringere partecipazione alle gare d’appalto. Per questa ragione la Commissione europea ha avviato un’indagine nell’ambito dello strumento per gli appalti internazionali (IPI). E’ la prima inchiesta di questo tipo, aperte con l’obiettivo di garantire la reciprocità nell’accesso ai mercati internazionali degli appalti pubblici.
Non c’è l’intenzione di uno scontro, quanto di una difesa, spiega l’esecutivo comunitario. Il dossier è stato aperto “in risposta alle misure e alle pratiche nel mercato cinese“, e dopo tentativi di accordo andati a vuoto, lamenta Valdis Dombrovskis, commissario per il commercio: “Purtroppo, le nostre ripetute discussioni con la Cina su questo fattore irritante per il commercio sono state infruttuose“. Per cui adesso si passa alle maniere forti: “Confidiamo che questa indagine dell’Ipi galvanizzerà il nostro dialogo e ci aiuterà a trovare soluzioni reciprocamente accettabili”.
A Bruxelles non hanno dubbi sulle pratiche sleali della Repubblica popolare. I flussi commerciali dicono che le esportazioni cinesi di dispositivi medici verso il mercato unico europeo hanno registrato un aumento di oltre il 100 per cento tra il 2015 e il 2023, a dimostrazione dell’apertura complessiva dei mercati dell’Ue. Nel senso inverso, invece, ci sono troppe strozzature e troppe difficoltà.
“Le prove raccolte indicano che il mercato cinese degli appalti per i dispositivi medici è diventato gradualmente più chiuso per le aziende europee e straniere, nonché per i prodotti fabbricati nell’Ue”. Ciò è dovuto alle misure introdotte dalla Cina che “differenziano ingiustamente” tra aziende locali e straniere e tra dispositivi medici prodotti localmente e importati.
La Cina adesso avrà la possibilità di esporre le proprie ragioni, produrre la documentazione e le prove necessarie per evitare che la tagliola a dodici stelle possa chiudersi, fino ad arrivare anche all’esclusione completa di aziende cinesi dal mercato degli appalti europei. La decisione dell’esecutivo comunitario verrà sottoposta ora agli Stati membri, e resta ferma la possibilità di archiviare il tutto, in qualsiasi momento, “se la Cina adotta azioni correttive o impegni soddisfacenti”, ricorda l’esecutivo comunitario.
E’ questo l’ultimo atto di un confronto commerciale sino-europeo divenuto sempre più teso. In passato l’Ue ha messo nel mirino l’acciaio cinese e le politiche di dumping, a cui si è risposto con l’imposizione di dazi. Poi è stata la volta dei pannelli solari, e infine l’inchiesta sui sussidi al settore dell’auto elettrica.