Bruxelles – Il festeggiamento dei 20 anni del più grande allargamento dell’Unione europea è stata l’occasione per parlare del futuro dell’Unione. Oggi (24 aprile) si è tenuta a Strasburgo una sessione del Parlamento europeo per celebrare l’entrata dei 10 Paesi (Repubblica Ceca, Cipro, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia) del 1 maggio 2004. All’evento oltre alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, a quella della Commissione, Ursula von der Leyen c’era anche Romano Prodi, presidente della Commissione all’epoca dell’allargamento.
“Il 1 maggio 2004 ero a La Valletta, al porto, per il conto alla rovescia che sanciva il nostro ingresso nell’Unione” ha raccontato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, ricordando il sentimento di euforia e speranza nel futuro che si respirava all’epoca. Una giornata definita storica, dimostrata dal fatto che in tutti i Paesi che sono entrati vent’anni fa le condizioni sociali ed economiche sono nettamente migliorate. Nel suo discorso commemorativo per l’allargamento 2004 la presidente Metsola ha voluto ricordare anche gli Stati che potrebbero entrare nell’Ue in futuro: “Ora vediamo gli altri popoli guardarci con gli stessi occhi con cui noi abbiamo guardato l’Unione, non possiamo tradire quelle speranze.”
È emozionato Romano Prodi nel parlare difronte all’aula dove ci sono gli attuali europarlamentari ad ascoltarlo ma anche i capi di governo con cui ha lavorato per concretizzare l’allargamento. “Non abbiamo esportato la democrazia ma abbiamo siglato un contratto democratico con parità di diritti tra chi apriva la porta e chi entrava”, ha ricordato l’ex presidente del Consiglio e della Commissione. Prodi ha sottolineato come i negoziati per l’adesione non furono semplici: ogni Stato aveva le sue specificità che voleva tutelare ma anche il fatto che 8 dei 10 Paesi entrati nel 2004 facevano parte del Patto di Varsavia complicò il processo.
Prodi ha portato all’attenzione come durante le discussioni sull’allargamento dell’Unione si era preso anche l’impegno condiviso per cambiare le regole europee così da completare il processo di aggregazione. Questa strada per l’ex presidente del Consiglio deve essere ripresa: “Nel celebrare il passato dobbiamo prendere un impegno per il futuro”, ha dichiarato in conclusione del suo discorso.
La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha voluto ricordare come Prodi avesse ragione nel 2004 quando dichiarò: “L’allargamento di oggi è il più grande dell’Unione e non sarà l’ultimo”. Da quella data si sono aggiunti infatti Bulgaria, Romania e Croazia. L’ingresso dei 10 Paesi vent’anni fa ha reso l’Ue più forte ha sottolineato Ursula von der Leyen.
Ancora oggi, sono tanti gli Stati che rimango alla finestra nell’attesa di poter entrare nell’Ue: i Paesi dei Balcani meridionali, la Turchia, la Moldova e soprattutto Georgia e Ucraina. Le manifestazioni dei cittadini georgiani hanno mostrato l’indiscutibile volontà popolare di aderire all’Unione ha detto von der Leyen. Per quanto riguarda l’Ucraina invece la strada appare chiara e ineludibile: “Gli ucraini hanno fatto la loro scelta e noi abbiamo fatto la nostra”, ha tenuto a sottolineare von der Leyen, ricordando poi, ancora una volta, la necessità di non venire meno nel sostegno militare a Kiev.
The historic 2004 enlargement was the birth of a new era.
Built on the promise that all Europeans can be masters of their own destiny.
Together with your ingenuity, Europe has made you stronger.
And you have made Europe so much stronger, too ↓ https://t.co/z4sAEhLt6r
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) April 24, 2024