Bruxelles – Un debito di per sé elevato e che non è previsto in calo, un deficit ben oltre le soglie massime consentite, riforme passate e in corso che non aiutano. “In Italia, i rischi a medio termine per la sostenibilità di bilancio sono nel complesso elevati“. Un avvertimento che arriva dalla Commissione europea, nelle sue revisioni approfondite per i Paesi dell’area dell’euro e che per l’Italia non promettono nulla di buono. Perché il 19 giugno, dopo le elezioni europee e quindi dopo la tregua elettorale, l’esecutivo comunitario presenterà il pacchetto del semestre europeo con le decisioni su eventuali aperture di procedure per deficit eccessivo. L’Italia, in sostanza, rischia grosso.
Ci sono problemi strutturali mai affrontati in maniera appropriata, a cui si aggiungono riforme che risultano aver invertito la rotta. “Negli ultimi anni sono state adottate misure con un impatto permanente sulle finanze pubbliche, tra cui, tra le altre, il prepensionamento, una revisione del sistema fiscale e previdenziale e una riduzione dei contributi previdenziali nelle regioni più povere”. La Commissione europea vede in sostanza una politica che impatta ancora di più sulle finanze pubbliche, e l’invito implicito sono i correttivi del caso. A partire da ciò che bolle in pentola.
La riforma voluta fortemente dalla Lega sull’autonomia finisce nel mirino dell’esecutivo comunitario. “La riforma delle autonomie differenziate regionali, attualmente in discussione in Parlamento, rischia di mettere a repentaglio la capacità del governo di tenere sotto controllo la spesa pubblica nazionale“. Esattamente il contrario di quello che ci si attende dall’Italia. Critiche dunque nei confronti di un governo messo sul ‘chi va là’, e a cui si chiedono “ulteriori sforzi volti a promuovere un consolidamento di bilancio”.
E’ più di una raccomandazione. Perché, si sottolinea, “date le dimensioni dell’economia italiana e le sue interconnessioni con gli altri Stati membri dell’UE, queste vulnerabilità hanno una rilevanza transfrontaliera“. Vuol dire che l’Italia può generare effetti contagio se dovesse essere oggetto di shock, ed è quello che l’Unione europea vuole evitare.