Bruxelles – L’Eurocamera scopre le carte sulle nuove norme per regolamentare le transazioni di aziende e autorità pubbliche ed affrontare il nodo dei ritardi di pagamento. Con 459 voti a favore, 96 contrari e 54 astensioni, gli eurodeputati riuniti nell’ultima sessione plenaria della legislatura adottano la propria posizione, che prevede un termine di pagamento più rigido – a 30 giorni – ma ammette una serie di deroghe per diversi settori.
Vede il bicchiere mezzo pieno Confartigianato: “Il testo è frutto di un compromesso assai delicato, che ha in parte allentato la proposta iniziale della Commissione europea – ha dichiarato il presidente Marco Granelli -, tuttavia crediamo che oggi si è dato un messaggio politico importante: servono misure serie ed efficaci per riportare le micro e Pmi ad investire e a generare ricchezza, in termini economici e sociali”.
Come spiega una nota del Parlamento Ue, la bozza di testo prevede un termine massimo di pagamento di 30 giorni sia nelle transazioni business-to-business (B2B) che in quelle government-to-business (G2B), ovvero quando il debitore è l’autorità pubblica. Ma, accogliendo le istanze soprattutto del mondo della vendita al dettaglio, i deputati hanno previsto la possibilità di una scadenza di 60 giorni nelle transazioni tra aziende, nel caso in cui questa sia “espressamente concordata nel contratto”.
Non solo, riconoscendo che “i modelli e le pratiche commerciali specifiche del settore della vendita al dettaglio spesso richiedono periodi di pagamento più lunghi a causa di fattori come il basso fatturato dei prodotti, la stagionalità o i cicli unici per gli articoli” – ad esempio giocattoli, gioielli o attrezzature sportive -, l’Eurocamera ha proposto di consentire termini di pagamento fino a 120 giorni in questi casi particolari.
Le nuove norme imporrebbero inoltre il pagamento automatico degli interessi maturati e delle commissioni di compensazione per i pagamenti in ritardo. I deputati hanno concordato che il debitore dovrà pagare tra i 50 e i 150 euro per ogni transazione (a seconda del valore) per compensare i costi di recupero del creditore.
La relatrice del testo per l’Eurocamera, la liberale polacca Róża Thun Und Hohenstein, ha spiegato che “flussi di cassa inaffidabili possono mettere a rischio le Pmi e le microimprese, limitando la crescita, l’innovazione e la competitività dell’UE. Con questo regolamento, non solo proteggiamo le aziende più piccole, che sono la spina dorsale della nostra economia, ma soprattutto introduciamo prevedibilità ed equità per tutte le aziende europee. Si tratta di una spinta importante verso la promozione di una migliore cultura dei pagamenti, vantaggiosa per l’intera economia europea”.
I libri come “beni a lenta circolazione”, esclusi dai nuovi termini di pagamento
Esclusi dai nuovi termini i pagamenti che contribuiscono alla distribuzione e alla produzione di libri o alla loro “stampa, rilegatura o pubblicazione”, dove le scadenze di pagamento saranno definite da accordi tra le parti interessate. Esulta la Federazione degli Editori Europei, soddisfatta perché il testo uscito dalla plenaria riconosce “la posizione peculiare dei libri come beni a lenta circolazione“.
Il suo presidente, Ricardo Franco Levi, in una nota ha commentato: “Il Parlamento europeo ha preso una decisione molto importante, per garantire che l’Europa mantenga un panorama letterario ricco e diversificato, dove i librai e gli editori indipendenti possano prosperare. Invitiamo gli Stati membri a sostenere questo risultato fondamentale durante i negoziati del trilogo”.
Il testo adottato oggi in sessione plenaria costituirà la posizione del Parlamento in prima lettura. Il testimone passerà quindi al nuovo Parlamento, che si formerà dopo le elezioni europee del 6-9 giugno: una volta che anche il Consiglio dell’Ue avrà adottato la propria posizione, saranno i nuovi eletti a negoziare con i Paesi membri nei triloghi interistituzionali.