Bruxelles – 275 miliardi di investimenti all’anno per la ristrutturazione dell’intero parco immobiliare dell’Ue. Altrimenti, il rischio è quello di mancare completamente gli obiettivi di efficienza energetica fissati da Bruxelles per il 2030, sulla strada dell’agognata neutralità climatica da raggiungere entro la metà del secolo. L’ha dichiarato la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, presentando la Coalizione per il finanziamento dell’efficienza energetica, la piattaforma per “pensare, pianificare ed eseguire insieme” il maxi piano di investimenti necessari.
La Coalizione riunirà gli Stati membri, le istituzioni finanziarie e i servizi della Commissione europea, organizzati in un sistema su tre livelli: riunioni periodiche presiedute dalla Commissione europea, i gruppi di esperti provenienti dalle principali parti interessate e, infine, gli hub nazionali. Ogni Paese membro dovrà creare il proprio hub nazionale e nominare un presidente. Questi “team specifici orientati ai risultati” saranno chiamati a “fornire soluzioni concrete di finanziamento su misura per i diversi mercati”, ha spiegato la commissaria Simson.
La Coalizione era stata annunciata dall’esecutivo come parte della comunicazione “Save Energy” insieme a REPowerEU, il piano presentato nel maggio 2022 con l’obiettivo di “porre fine alla dipendenza dell’Unione europea dai combustibili fossili della Russia e affrontare la crisi climatica”. Piano di cui il risparmio energetico è uno dei pilastri principali. “È il modo più rapido ed economico per affrontare la dipendenza dai combustibili fossili e ridurre le bollette energetiche per i consumatori”, ha sottolineato Simson. Ma per migliorare costantemente l’efficienza energetica sono necessari “ingenti investimenti, basti pensare al patrimonio edilizio dell’UE o alla fornitura di riscaldamento e raffreddamento”.
Secondo quanto previsto dalla cosiddetta ‘direttiva case green’, approvata definitivamente lo scorso 12 aprile, gli Stati Ue dovranno ristrutturare almeno il 16 per cento degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26 per cento entro il 2033. Mentre per gli edifici residenziali si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16 per cento al 2030 e del 20-22 per cento entro il 2035. Alcuni Paesi – guidati dall’Italia – hanno cercato di opporsi strenuamente alla nuova legge, ritenuta dal governo italiano inadeguata a un parco immobiliare storico come quello del Bel paese.
Al di là del caso italiano, è evidente la mole di investimenti pubblici e privati che l’Unione europea dovrà riuscire a convogliare per far sì che gli obiettivi di efficientamento energetico non rimangano solo numeri su carta. Un ruolo di primo piano nella Coalizione ce l’avrà la Banca europea per gli Investimenti (Bei), “un partner su cui contiamo per l’attuazione di molti progetti legati all’efficienza energetica”, ha messo in chiaro la commissaria europea.