Bruxelles – Giorgia Meloni frena su Mario Draghi. La presidente del Consiglio viene incalzata dai giornalisti sugli scenari futuri o futuribili, non oggetto del vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dell’Ue al quale ha appena partecipato, ma comunque tema presente. Non nell’agenda di Meloni, però. “Tutto questo dibattito è filosofia“, taglia corto. Senza nulla togliere all’ex presidente della Bce e suo predecessore a palazzo Chigi. “E’ una persona competente”, riconosce, “ma decidere chi fa cosa prima che i cittadini votino è qualcosa su cui non mi troverete”.
Presidente della Commissione? Presidente del Consiglio, come invece suggerisce Nicola Procaccini, uomo di Meloni e Fdi? “Non mi interessa questo dibattito”, ammette Meloni, che preferisce concentrarsi sul contributo che lo stesso Draghi sta dando al ragionamento sul futuro dell’Europa, assieme al lavoro di Enrico Letta. Nei rispettivi rapporti su competitività e futuro del mercato unico: “Draghi e Letta dicono che l’Europa va cambiata, e mi interessa sapere se vogliamo cambiare cosa non ha funzionato” fin qui, sottolinea il capo del governo. Che guarda al lavoro pratico.
E’ stato condotto “un lavoro interessate” per contenuti, analisi e proposte di soluzione alle sfide che attendono l’Unione europea dell’immediato futuro, ed è su questo che Meloni preferisce concentrarsi. Cita la sfide climatica, con la doppia transizione che ne deriva, la sfida demografica, e tocca, senza citarle, le crisi internazionali: “La situazione è cambiata. Fino a ieri eravamo in una situazione di tranquillità che ci permetteva di avere un approccio più ideologico, adesso serve un approccio più pratico”.
Meloni non si sottrae ai giornalisti, anche quando arrivano domande dirette. Con il 25 aprile dietro l’angolo le viene chiesto conto della sue posizioni, su cui rimanda a dichiarazioni rese in altra sede e in altra data. “Quello che dovevo dire sul fascismo l’ho già detto e ritengo di non doverlo ribadire”, taglia corto. Per poi aggiungere: “In Italia gli estremisti stanno da un’altra parte, e non stanno al governo“.
Respinge al mittente le critiche di voler riscrivere le regole sulla stampa in Italia, accusa di fake-news quanti accusano il governo di voler abolire la par condicio in Rai, su cui comunque la Commissione ha acceso i riflettori. E poi, sull’aborto: “Noi non abbiamo mai chiesto di modificare la legge 194” che disciplina l’interruzione della gravidanza, “Io penso che chi vuole modificare la 194 sia a sinistra“.
Meloni lascia Bruxelles nel complesso soddisfatta. Il confronto sul futuro del mercato unico è appena iniziato e continuerà, le prime intese di principio sono state possibili grazie a un’iniziativa franco-tedesca che “è una proposta anche dell’Italia”, rivendica Meloni, e che “spinge sul lavoro per l’unione dei mercati dei capitali e liberare risorse, lasciandole in Europa”. Un inizio.