Bruxelles – È un sogno europeista quello del presidente francese, Emanuel Macron, figlio di una visione che parte dalle difficoltà geopolitiche del momento e dalla necessità di aggiornare il mercato economico europeo. Queste sono anche alcune delle principali tematiche affrontate dai leader al Consiglio europeo terminato oggi (18 aprile). L’Ucraina e la ricerca di nuove misure per completare la creazione del mercato unico sono stati i punti caldi del discoro del presidente francese tenuto al termine del vertice.
Una nuova unione economica
“L’Europa ha davanti una sfida economica: non perdere la catena del valore nel proseguimento delle transizioni verdi e digitali”, ha dichiarato Macron. Per l’inquilino dell’Eliseo l’economia è una questione geopolitica: bisogna mettere al sicuro le capacità produttive europee. In quest’ottica, il report sulla competitività del mercato presentato da Enrico Letta è stato fondamentale per tracciare la via. Ad oggi è troppo alta la quota di risparmio europeo che esce dal mercato unico verso gli Stati Uniti. Si tratta di miliardi di euro che invece di finanziare le imprese europee vanno all’estero. Salvare qui risparmi vuol dire finanziare le imprese europee e dunque la competitività del mercato unico.
“Una nuova cattedrale per l’Europa può essere costruita con l’unione dei risparmi e i finanziamenti europei” ha dichiarato Macron, sostenendo che questo progetto deve essere portato avanti con dei meccanismi di supervisione europei e con un’armonizzazione delle fiscalità tra gli Stati. Tutto questo, per il presidente francese, rappresenta un passo necessario per proseguire sulla strada dell’unione bancaria, così d’avere: “la chiave per riuscire a smuovere i finanziamenti privati sulle nostre priorità”. È un processo lungo che implica un prolungato dibattito (già a partire dal prossimo Consiglio europeo di giugno). La sfida principale sarà armonizzare le fiscalità: questo si scontra con le esigenze di alcuni Stati che riescono a sedurre imprese grazie a una tassazione favorevole. L’obiettivo sottolinea Macron “non è attirare a Parigi o da un’altra parte i capitali, è far funzionare meglio i meccanismi esistenti”
La difesa europea secondo Macron
Macron ha voluto iniziare il suo discorso ribadendo l’unità dei Ventisette nel sostegno a Kiev finché sarà necessario. L’Unione deve continuare a fornire materiale bellico all’Ucraina per aiutarla a difendersi ma anche sostenere lo sminamento dei territori e proseguire con l’imposizione di sanzioni alla Russia.
Per quanto riguarda gli armamenti inviati a Kiev il presidente francese è stato chiaro: “dopo l’attacco iraniano a Israele abbiamo visto quanto le difese anti-aeree possono essere decisive”. Macron ha però costatato l’impossibilità di creare un sistema simile in Ucraina: sia perché quello israeliano è stato creato nel tempo sia perché le forniture belliche che vanno a Kiev sono diverse e non sempre compatibili. La Francia ha mandato tutti i sistemi d’intercettazione aerea a lungo raggio Samp-T che poteva mandare perché: “l’esercito francese è forte ma la difesa del Paese si è basata sulla deterrenza nucleare, le batterie che ci rimangono sono schierate a protezione di questi siti”, aggiungendo che la Repubblica francese ha però fornito sistemi di difesa più a corto raggio come i missili Mistral.
Ma il supporto dell’Ucraina è una questione europea e come tale bisogna affrontarla. Macron ha valutato positivamente l’intenzione della Germania di fornire una nuova batteria di Patriot: “questi sistemi sono omologhi dei Samp-T ma usano dei missili diversi, i Patriot sono utilizzati da diversi Paesi europei quindi sarà più facile mandare nuove munizioni”. A proposito della Germania il presidente francese ha ricordato che Berlino, per ragioni tattico-politiche, non ha più fornito i missili, di produzione britannica, Shadow. La Francia, invece, ha fatto la sua parte mandando gli Scalp che sono compatibili con il modello inglese. Questo per Macron: “è la dimostrazione che l’Europa è utile, ogni Stato fornisce il materiale in base ai propri arsenali, ma perché questo sia il più efficacie possibile i sistemi devono avere gli stessi standard”.
In chiusura, c’è stato anche un momento per ricordare alcuni diritti fondamentali: la libertà d’espressione e l’aborto. Nello specifico il Presidente si è schierato contro la prefettura di Lille che ha vietato un comizio a Jean-Luc Mélenchon. Sull’aborto invece Macron ha ricordato la lotta delle associazioni per riconoscerlo come diritto fondamentale, aggiungendo che “tutte le donne europee devono avere questo diritto di libertà che fa parte dei diritti universali”.
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— Élysée (@Elysee) April 18, 2024