Bruxelles – Sarà una discussione serrata quella di domattina (18 aprile) al tavolo del Consiglio Europeo e che avrà ospite d’eccezione l’ex-premier italiano Enrico Letta. Dopo sette mesi di lavoro e centinaia di incontri e colloqui in tutti i Paesi membri Ue, il rapporto sul futuro del Mercato unico è pronto ad aprire il percorso verso la definizione delle priorità per la competitività europea di breve, medio e lungo periodo, a partire proprio da quanto delineato dal relatore incaricato appositamente dall’istituzione Ue. “Sottolineerò con forza che si è trattato di un lavoro collettivo dal basso per delineare le linee comuni e più sentite“, ha spiegato oggi (17 aprile) lo stesso Letta in una conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, in cui è stato messo in luce il valore del rapporto: “È l’ultima finestra di opportunità per mettere fine alla frammentazione e agire insieme“.
Sono energia, difesa, telecomunicazioni e settore finanziario i pilastri del futuro del Mercato unico indicati dal rapporto, che rappresenta la prima base di lavoro sul macro-tema del rilancio della competitività europea. “Avranno un impatto sull’immediato dell’agenda europea e sull’Agenda Strategica” 2024-2029 (attesa per il Consiglio Europeo di giugno), ha confermato Letta, parlando in particolare del fatto che “l’integrazione del Mercato unico nel mercato finanziario può essere un game-changer nel dibattito che stiamo portando avanti da oltre dieci anni”. In altre parole “il mercato finanziario dovrebbe essere integrato ed efficiente”, facendo leva solo su ciò che “parte dalla realtà dei fatti e che è fattibile” per affrontare “la sfida più grande” nell’orizzonte dell’Unione Europea: “Finanziare la transizione”. Perché il cuore del rapporto è rappresentato proprio dagli strumenti finanziari che possono essere messi a terra per questo obiettivo: “Anche noi europei siamo capaci di mettere insieme una cassetta di strumenti in grado di reagire alle sfide e finanziare la transizione verde e digitale”.
È chiara l’urgenza della questione, che senza dubbio l’ex-premier italiano ricorderà ai capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri: “Siamo arrivati a un punto tale per cui non siamo più nella posizione di poterci permettere di aspettare, dopo anni di crisi siamo a un bivio per la nostra economia”. Tanto che – scherzando, ma nemmeno troppo – Letta ha spiegato ai giornalisti che “l’obiettivo è che questo rapporto non finisca nel cassetto“, come successo a quello presentato nel 2010 da un altro ex-premier italiano, Mario Monti. Basta ricordare che gli Stati Uniti “sono della nostra stessa taglia”, ma “se loro hanno un mercato che funziona meglio, siamo noi ad avere un problema”. È da qui che parte la necessità di rispondere, “non diventando gli Stati Uniti, ma come un’Unione Europea che oggi non siamo in molti settori“. Un esempio su tutti, le telecomunicazioni: “In medio stat virtus, tra centinaia di operatori [nell’Ue, ndr] e solo tre [negli Stati Uniti, ndr] c’è molto spazio per trovare un buon compromesso per i consumatori, senza creare un disastro imprenditoriale”, è l’esortazione di Letta. Che in definitiva ha ricordato il “mantra” del rapporto che influenzerà il capitolo Nuovo Patto per la competitività europea delle conclusioni del vertice dei leader Ue: “Il Mercato unico deve essere per tutti e deve parlare a ogni cittadino e impresa“.
A confermare le grandi speranze verso il “lavoro gigantesco e di grande qualità” è il presidente del Consiglio Europeo, che al fianco di Letta in conferenza stampa ha ribadito come il Mercato unico sia “un asset fondamentale” nell’affrontare le sfide per l’Unione e i suoi Paesi membri: “Cambiamento climatico, rivoluzione digitale, investimenti in difesa e sicurezza, sfide demografiche”. Michel ha sottolineato i “grandi progressi negli ultimi decenni con conseguenze positive per i cittadini in tutta Europa”, ma ha anche chiamato alla responsabilità i 27 capi di Stato e di governo nella discussione di domani: “Dobbiamo essere lucidi sullo stato dell’arte e su cosa dobbiamo fare in futuro“, perché “i numeri sono numeri e sappiamo che ci sono gap in termini di innovazione e investimenti rispetto ai nostri partner e concorrenti”. Il rapporto Letta fornirà così “linee-guida per i mesi e gli anni a venire”, anche considerato il lavoro in corso sull’Agenda Strategica 2024-2029 che nelle intenzioni del presidente Michel dovrebbe concludersi con l’adozione “al Consiglio Europeo di giugno”.
Dal rapporto Letta al rapporto Draghi
Secondo quanto si apprende da diverse fonti a Bruxelles alla vigilia della presentazione del rapporto Letta, suscita particolare interesse la presa di consapevolezza della necessità di effettuare una quantità di investimenti “enorme” se si vuole rispettare gli obiettivi delle transizioni gemelle digitale e verde e combinarli con altre priorità, come per esempio il futuro allargamento dell’Unione. C’è un grande interesse sul tema del finanziamento che, come nel rapporto Draghi, contempla non solo la sfera pubblica ma soprattutto quella privata, con le riflessioni su come spingere l’Unione dei mercati dei capitali. In altre parole, tutto indica una convergenza dei due rapporti non solo nell’Agenda strategica per la prossima legislatura, ma soprattutto in quelli che saranno i pilastri del prossimo bilancio pluriennale Ue (2028-2034), considerato il fatto che le fonti riportano “l’opportunità concreta” di creare un piano stabile di discussione sugli obiettivi e le priorità per il futuro a lungo termine dei Ventisette (o più).
Ciò che inizierà domani mattina è un percorso scandito su tre momenti: la relazione sul futuro del Mercato unico, la definizione dell’Agenda strategica 2024-2029 e infine la relazione di Draghi sul futuro della competitività europea. Le fonti precisano che l’appuntamento con l’ex-governatore della Banca Centrale Europea per la presentazione del rapporto non è ancora stato formalizzato, ma sarà comunque dopo le elezioni europee del 6-9 giugno, dunque al più presto al vertice dei leader Ue del 27-28 giugno. “Ciò che proporrò è un cambiamento radicale, è quello di cui abbiamo bisogno”, ha anticipato per la prima a volta ieri (16 aprile) lo stesso Draghi, nel suo intervento alla Conferenza di alto livello sul pilastro europeo dei diritti sociali, tracciando le linee generali su cui si sta impostando il lavoro: “Ci focalizziamo su dieci macro-settori dell’economia europea” con “tre fili conduttori”, ovvero scalabilità, beni pubblici e approvvigionamento di risorse essenziali.