Bruxelles – Poco interesse per la politica in generale, elezioni europee poco ‘sentite’, ma qualcosa sembra cambiare, in meglio, nell’orientamento degli italiani. Indecisi e astensionisti sarebbero in calo, secondo il sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi (17 aprile), l’ultimo prima delle elezioni di inizio giugno. Elezioni a cui, a dire il vero, gli italiani si presentano poco preparati, considerando che solo il 21 per cento degli intervistati conosce la data esatta della consultazione. In fin dei conti quattro aventi diritto su dieci (41 per cento) dichiarano di non essere davvero interessati all’appuntamento, eppure se si andasse alle urne tra una settimana, a esercitare il diritto di voto sarebbe il 70 per cento degli aventi diritto. Un dato in aumento.
Il sondaggio prodotto a dicembre scorso registrava un’affluenza potenziale dichiarata del 67 per cento, con un tasso di astensionisti veri o presunti del 38 per cento. Adesso, guardando a chi dichiara di non avere intenzione di votare (16 per cento) e chi ancora non sa se voterà (14 per cento), questo indice si riduce di otto punti percentuali, scendendo al 30 per cento. In attesa della prova del voto, il dato comunque è incoraggiante, e che fa ben sperare soprattutto a Bruxelles.
“Invito i nostri cittadini a votare alle prossime elezioni europee, a partecipare a questo anno
storico e a rafforzare la democrazia europea”, l’appello della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “Il 2024 è un anno elettorale importante, con elezioni che si svolgeranno in Europa così come anche negli Stati Uniti, in India, nel Regno Unito”. Tante incognite a cui rispondere con un’Europa forte, che necessita del voto degli italiani. Metsola non ha dubbi: “L’esito di queste elezioni sarà con ogni probabilità cruciale per il futuro della democrazia nel mondo”.
Chi ha dubbi però sono proprio gli italiani, che nel complesso hanno una buona considerazione del Parlamento (ne parla male solo il 14 per cento degli intervistati), ma non ritengono che un impegno europeo sia utile. Sette intervistati su dieci (70 per cento) ritiene che la propria voce non conti e che resti dunque inascoltata nell’Unione europea. Una disaffezione che spiega perché attenzione e attrazione per le elezioni sempre più dietro l’angolo siano non proprio da ‘euro-entusiasti’.
Ma c’è un dato di fondo, che riguarda l’interesse per la politica. In Italia è basso. Che sia locale (57 per cento), che sia europea (59 per cento) o nazionale (58 per cento), la politica è argomento di conversazione solo “occasionalmente” per gli italiani, peraltro poco contenti dell’attuale governo. Ci sono sei italiani su dieci (59 per cento) che sostengono che nel Paese “le cose non stanno andando nella giusta direzione”, per una risposta che suona da sfiducia per Giorgia Meloni e alleati. Considerando che per un italiano su dieci (11 per cento) le cose sono grossomodo stabili, solo tre italiani su dieci (30 per cento) si ritengono soddisfatti per come vanno le cose.
In prospettiva, almeno di brevissimo tempo, sono pochi gli italiani disposti a concedere fiducia all’attuale maggioranza. Quando si chiede se la situazione economica del Paese da qui a un anno migliorerà, neanche due intervistati su dieci (18 per cento) rispondono di sì, e la maggioranza (45 per cento) ritiene che le cose non cambieranno, mentre un terzo della popolazione con diritto di voto (33 per cento), si attende peggioramenti.