Bruxelles – Dal Green Deal al Competitiveness Deal. La competitività sarà al centro di un nuovo Patto europeo, a partire dal primo dei due rapporti affidati a due ex-premier italiani. “Di fronte a una nuova realtà geopolitica e a sfide sempre più complesse” l’Unione Europea “si impegna ad agire con decisione per garantire la propria competitività, prosperità e leadership a lungo termine sulla scena mondiale”, si legge nella bozza delle conclusioni del Consiglio Europeo in programma tra mercoledì e giovedì (17-18 aprile) ottenuta da Eunews. Proprio quello sul nuovo Patto per la competitività europea sarà il primo e più consistente capitolo delle conclusioni sul tavolo dei capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri Ue, che si baserà in primo luogo sul rapporto sul futuro del Mercato unico presentato da Enrico Letta e che traccerà la strada verso il Consiglio Europeo del 27-28 giugno, quando Mario Draghi illustrerà il suo rapporto sul futuro della competitività europea.
Si tratterà in primis di garantire un “approccio integrato” in tutti i settori per “aumentare la produttività e la crescita sostenibile e inclusiva”, così come per costruire “un’economia solida, innovativa e resiliente” e per far progredire il modello sociale ed economico europeo ormai legato alla “transizione competitiva digitale e verde”. Inevitabile il riferimento al Mercato unico con le sue quattro libertà (libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone), “potente motore di convergenza e crescita nell’Ue e nei suoi Stati membri“, ma anche alle “misure politiche più assertive” – come i sussidi statali – di partner e concorrenti sulla scena globale che “hanno messo in luce le vulnerabilità dell’Unione”. A maggior ragione se si considerano le parole dello stesso Letta al Financial Times: “Il problema è che in questo nuovo mondo siamo troppo piccoli e se non ci integriamo, l’inerzia sul Mercato unico significherà declino“. I due rapporti sul futuro del Mercato unico e della competitività convergeranno nel nuovo Patto europeo, a sua volta al cuore dell’Agenda strategica 2024-2029 attesa per il Consiglio Europeo di giugno.
Il Patto per la competitività europea richiederà “sforzi sia a livello di Unione sia di Stati membri” per colmare i divari di “crescita, produttività e innovazione”, a partire dalla connettività transfrontaliera e dalla riduzione delle dipendenze strategiche, “in particolare l’energia, le materie prime critiche, i semiconduttori, la salute, il digitale, gli alimenti e le tecnologie critiche”. Questo sarà possibile con “una combinazione di finanziamenti pubblici e privati” alle imprese europee e con la “facilitazione e semplificazione” dell’accesso al capitale per le piccole e medie imprese e le start-up, ma soprattutto portando avanti “con decisione e rapidità” il lavoro su alcuni fattori-chiave della competitività: Mercato unico, Unione dei mercati dei capitali, industria, energia, economia circolare, digitale, sociale, ricerca e innovazione, commercio.
In attesa di quanto sarà dettagliato da Letta ai 27 leader Ue, la bozza delle conclusioni riporta la necessità di “approfondire il Mercato unico eliminando le barriere rimanenti“, in particolare sulla fornitura transfrontaliera di servizi e di beni essenziali come i medicinali “sulla base delle esigenze delle imprese e dei cittadini”, e con lo sviluppo di una nuova strategia orizzontale “entro giugno 2025”. Sul fronte dell’Unione dei mercati dei capitali si prospetta un lavoro più deciso sull’armonizzazione degli “aspetti pertinenti” dei quadri nazionali e sulla realizzazione di “un prodotto di investimento/risparmio transfrontaliero semplice ed efficace” per gli investitori al dettaglio. La politica industriale dovrà “decarbonizzare in modo competitivo”, facendo leva su tecnologie digitali e pulite, diversificando le catene di approvvigionamento strategiche e rafforzando la base di difesa dell’Europa. Sarà poi necessaria “un’autentica Unione dell’energia” per il duplice obiettivo della sovranità energetica e della neutralità climatica, con “un’elettrificazione ambiziosa che utilizzi tutte le soluzioni a zero e a basse emissioni di carbonio”.
A proposito di economia circolare i leader Ue chiederanno uno sforzo maggiore in materia di competitività sullo “sfruttare il potenziale della bioeconomia, riducendo così la dipendenza dalle risorse primarie”, mentre la sfera digitale “richiede un vero Mercato unico dei servizi e dei dati digitali” e il potenziamento delle tecnologie digitali rivoluzionarie come l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica. Sul sociale si punterà su “posti di lavoro di alta qualità in tutta Europa”, con maggiore partecipazione al mercato del lavoro e alla riqualificazione e aggiornamento, mentre dovrà essere promosso “un ambiente più favorevole” alla ricerca e innovazione per accelerare la scalabilità industriale. Infine dovrà essere promossa una politica commerciale “ambiziosa, solida, aperta e sostenibile”, tra i cui scopi compare anche quello di “difendere gli interessi dell’Ue di fronte a pratiche sleali” su scala globale.
Una sezione a sé stante del capitolo sul nuovo Patto per la competitività europea delle conclusioni del Consiglio Europeo sarà dedicato specificamente al settore agricolo “competitivo, sostenibile e resiliente”, dopo mesi di proteste, dibattiti e contromisure per affrontare il malcontento degli agricoltori europei. L’agricoltura viene definita “un interesse strategico fondamentale dell’Unione”, a cui deve essere garantito “un quadro stabile e prevedibile” in vista delle sfide ambientali e climatiche. Ribadita la necessità della modifica della Politica Agricola Comune (Pac) sulle misure a breve e medio termine per ridurre gli oneri amministrativi, ma soprattutto quelle che dovrebbero portare a un rafforzamento della posizione degli agricoltori nella catena di approvvigionamento alimentare per garantire un reddito “equo” e una concorrenza “basata su regole a livello globale e nel mercato interno”, precisano le conclusioni.