Bruxelles – Le preoccupazioni per lo stato di diritto in Slovacchia sono emerse oggi (11 aprile) durante il dibattimento al Parlamento Europeo. Didier Reynders, commissario alla Giustizia, ha esposto agli eurodeputati i timori della Commissione sugli sviluppi provenienti da Bratislava. La riforma della giustizia, l’intervento dello Stato nella televisione pubblica e la libertà dei giornalisti sono state le tematiche che più hanno preoccupato Bruxelles.
“In Polonia sappiamo bene quant’è difficile riparare i danni fatti dai populisti”, ha detto l’eurodeputato dei socialisti (S&D) Łukasz Kohut, invitando la Slovacchia a cancellare le sue riforme prima che sia troppo tardi. Nonostante gli avvisi della Commissione di fermarsi, il governo del nazionalista Robert Fico ha proseguito nell’abolizione dell’ufficio del procuratore speciale, ruolo a cui spettava investigare sui reati più gravi (come quelli legati alla criminalità organizzata e la corruzione di alto livello). La riforma della giustizia preoccupa per come il governo abbia indebolito il ruolo della magistratura, rischiando d’incrinare lo stato di diritto. Reynders ha avvertito che “non esiteremo a intraprendere azioni per tutelare il diritto unionale”, sottolineando come la riforma cozzi con i principi europei.
Il dibattito all’Eurocamera giunge a poca distanza dalla vittoria del candidato governativo Peter Pellegrini alle elezioni presidenziali. Al riguardo Vladimír Bilčík, membro slovacco del Partito popolare (PPE) ha detto: “I nazionalisti hanno vinto sfruttando la paura, ma la vittoria porta con se la responsabilità di mantenere gli slovacchi in Europa”. Anche da Renew si sono sollevate preoccupazioni per la situazione in Slovacchia con il deputato Martin Hojsík che tuona: “Fico sta smantellando lo stato di diritto, facendoci avvicinare all’Ungheria di Orban e alla Russia di Putin”.
Contrari invece a questa discussione sono stati i deputati del partito di Fico ma non iscritti nei gruppi parlamentari europei. Monika Beňová ha sostenuto che queste discussioni siano prive di fondamento non fanno altro che rendere la Slovacchia più fragile.
Aspra è stata la discussione sui media. Il commissario Reynders ha sollevato la questione della limitata libertà della tv di Stato sottolineando come secondo alcuni report i giornalisti subiscono troppe intimidazioni che rischiano di sfociare anche in episodi violenti. Miroslav Radačovský, eurodeputato slovacco non iscritto ad alcun gruppo al Parlamento europeo ha invece sostenuto che ora la televisione pubblica è più libera: “La riforma ha liberato l’emittente nazionale dalla dittatura della visione liberale” aggiungendo poi “sono stato eletto nel 2019 come quinto per numero di preferenze, da allora la tv pubblica non mi ha mai chiesto un’intervista, vi sembra normale?”.
Sulla questione dei media è intervenuto anche l’europarlamentare del PPE Ivan Štefanec, portando all’attenzione dei colleghi come l’Ungheria di Orban ha influito nell’elezione presidenziali. Le televisioni di Budapest hanno fatto un’intensa campagna pro-Pellegrini, così da influenzare la minoranza ungherese risiedente in Slovacchia (circa l’8,5 per cento della popolazione).