Bruxelles – Di tempo ce n’è poco, e le istituzioni europee hanno ben impressi nella mente i disordini causati dalle proteste degli agricoltori nei mesi scorsi. Le proposte di semplificazione della Politica agricola comune (Pac) presentate dalla Commissione europea il 15 marzo corrono spedite verso l’approvazione: dopo il via libera degli ambasciatori degli Stati membri, l’Eurocamera ha approvato oggi (11 aprile) l’attivazione della procedura d’urgenza per fare in modo di modificare l’architettura dell’agricoltura Ue entro la fine della legislatura.
Gli eurodeputati, riuniti in sessione plenaria a Bruxelles, si sono espressi a favore dell’iter legislativo accelerato con 432 voti a favore, 155 contrari e 13 astensioni. Si sono opposti solo la Sinistra europea e il gruppo dei Verdi, oltre ad una trentina di membri dei Socialisti e democratici e i non iscritti (tra cui la delegazione del Movimento 5 Stelle). A questo punto, la commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale (Agri) del Parlamento europeo avrà la possibilità di sottoporre la propria posizione all’Aula nell’ultima plenaria in calendario, quella del 22-25 aprile. Le modifiche dovranno essere poi formalmente adottate dal Consiglio e pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue.
La procedura d’urgenza è disciplinata dall’articolo 163 del regolamento del Parlamento europeo e può essere richiesta al Parlamento dal Presidente, da una commissione parlamentare, da un gruppo politico o un numero di deputati pari almeno alla soglia bassa, dalla Commissione o dal Consiglio. In passato, l’Eurocamera ha fatto ricorso all’iter accelerato durante la crisi del Covid-19, quando doveva approvare il regolamento sul Green Pass, con il regolamento sugli stoccaggi di gas nel pieno della crisi energetica con la Russia e l’ultima volta nel maggio 2023, con il piano per accelerare la produzione europea di munizioni da inviare in Ucraina.
Cosa prevede la modifica della Pac
La revisione della Pac che l’esecutivo von der Leyen ha messo sul tavolo per rispondere alle proteste del mondo agricolo prevede di eliminare completamente la destinazione di “una quota minima di terreno coltivabile ad aree non produttive” dallo standard 8 delle ‘Buone condizioni agronomiche e ambientali’ (Bcaa) – cioè terreni incolti – “pur mantenendo la protezione degli elementi paesaggistici esistenti”. Gli Stati membri sono invece tenuti a “istituire un eco-schema” che offra un sostegno agli agricoltori “per mantenere una parte dei terreni coltivabili in stato non produttivo o per creare nuovi elementi paesaggistici” (come siepi o alberi). In questo gli agricoltori saranno “specificamente ricompensati per queste aree non produttive che sono benefiche per la biodiversità sui terreni agricoli e, più in generale, delle aree rurali”. I Ventisette potranno anche prevedere “esenzioni specifiche” dalle norme sugli standard Bcaa 5, 6 e 7 (gestione della lavorazione del terreno, copertura del suolo e terreni a riposo) per le situazioni che “rischiano di essere contrarie ai loro obiettivi”, come nel caso di condizioni specifiche di terreni e sottosuoli. Più nello specifico sulla rotazione delle colture (standard 7) la Commissione propone di mantenerla ma di consentire agli Stati membri di “aggiungere la possibilità di soddisfare questo requisito con la diversificazione delle colture“, un flessibilità che dovrebbe consentire agli agricoltori “colpiti da regolare siccità o di precipitazioni eccessive” di rispettare la condizione “in modo più compatibile con la realtà agricola”.
Tra le modifiche più significative c’è la proposta di esentare le aziende agricole sotto i 10 ettari dai controlli di condizionalità e dalle sanzioni, una misura che “riguarda il 65 per cento dei beneficiari” della Pac ma “solo solo il 10 per cento della superficie agricola totale”, ricorda la Commissione. “Lo scopo è alleviare l’onere amministrativo legato ai controlli, che è più elevato per le piccole aziende agricole rispetto a quelle più grandi“. In altre parole – oltre alle flessibilità generali sulle Bcaa – l’alleggerimento degli oneri per i piccoli agricoltori con una dimensione massima di azienda non superiore a 10 ettari di superficie agricola garantirà che non debbano “essere controllati per quanto riguarda il rispetto dei requisiti di gestione obbligatori”, dal momento in cui l’esenzione “non ostacolerebbe in modo significativo il ruolo dei requisiti di condizionalità nel contribuire agli obiettivi climatici e ambientali”. Inoltre viene proposto anche di aumentare il numero di richieste di modifica del Piano strategico della Pac da una a due all’anno: “Questo è necessario per affrontare più rapidamente le mutevoli situazioni degli agricoltori, comprese quelle causate da eventi climatici avversi”, specifica la Commissione.
Per quanto riguarda la remunerazione degli agricoltori e la loro posizione nella filiera alimentare, si seguiranno tre strade. In primis la Commissione lancerà un osservatorio dei costi di produzione, dei margini e delle pratiche commerciali nella catena di approvvigionamento agroalimentare – con i rappresentanti di tutti i settori della filiera alimentare e i rappresentanti degli Stati membri e della Commissione – la cui prima riunione “è prevista per l’estate”. In secondo luogo viene proposto il rafforzamento delle norme applicabili ai contratti che gli agricoltori stipulano con gli acquirenti dell’industria alimentare o della vendita al dettaglio, attraverso nuove opzioni al Regolamento che istituisce un’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (Ocm) e all’applicazione transfrontaliera delle norme contro le pratiche commerciali sleali. Infine la Commissione condurrà una “valutazione approfondita” della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare in vigore dal 2021, con la prima relazione consegnata nella primavera del 2024 e una valutazione più dettagliata da presentare nel 2025 insieme a proposte legislative “se opportuno”.