Bruxelles – Un primo passo significativo che però rischia di essere solo simbolico. Il Parlamento europeo ha votato oggi (11 aprile) a favore dell’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Nonostante l’approvazione dell’Eurocamera, una modifica alla Carta prevede il voto favorevole di tutti i 27 Stati membri.
Con 336 voti a favore, 163 contrari e 39 astensioni il Parlamento europeo si è espresso per il riconoscimento dell’aborto come diritto fondamentale. Nel testo della mozione, gli eurodeputati chiedono che l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue sia modificato, affermando che: “ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero all’aborto sicuro e legale”. Ad aver votato compattamente la misura sono stati: Socialisti e democratici, Verdi/Ale, Renew e la Sinistra. Il partito Popolare Europeo si è spaccato con l’approvazione solo degli eurodeputati provenienti dal nord Europa. Il gruppo dei Conservatori e riformisti e Identità e democrazia invece, salvo rare eccezioni, ha votato contro la mozione.
Il percorso per vedere riconosciuto l’aborto come un diritto fondamentale però è ancora lungo e pieno d’insidie. Tutti gli Stati membri devono esprimersi favorevolmente al suo inserimento nella Carta. Difficilmente questo può accadere anche perché Polonia e Malta hanno addirittura in vigore delle norme che ne limitano fortemente la possibilità di accesso alle donne. Il Parlamento ha anche invitato tutti i Paesi dell’Unione a depenalizzare completamente l’aborto in linea con le linee guida Oms del 2022.
Inoltre l’Eurocamera ha denunciato che, anche dove l’aborto è tutelato e salvaguardato, la presenza di medici obbiettori di coscienza rischia di cancellare il diritto delle donne ad abortire. La crescita delle associazioni anti genere e anti scelta in tutta l’Ue impone una riflessione. Per questo il Parlamento ha chiesto alla Commissione di garantire che le organizzazioni che lavorano contro l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, compresi quelli riproduttivi, non ricevano finanziamenti dall’Ue.
La proposta d’inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue era stata presentata già nel 2022 e poi abbandonata. Solo dopo che la Francia l’ha inserito nella propria costituzione anche a Bruxelles si è ripreso a discuterne. “Decidere del proprio corpo è un diritto fondamentale, non c’è uguaglianza se le donne non possono farlo”, aveva dichiarato l’eurodeputata danese Karen Melchior (Renew Europe), presentando l’iniziativa in sessione plenaria il 14 marzo.