Bruxelles – Inglese, per lo più. O in alternativa francese. Ma entrambe è cosa rara. Sicuramente in Italia, dove gli studenti liceali si distinguono per essere agli ultimi posti nell’Unione europea per studio e apprendimento di due lingue straniere contemporaneamente. Poche sezioni bilingue negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, dunque, per un dato, quello diffuso da Eurostat, che accende i riflettori su un sistema Paese probabilmente da ripensare. E riformare.
“Portogallo (7,5 per cento degli iscritti), Irlanda (9,4 per cento) e Italia (24 per cento) hanno registrato le percentuali più basse di studenti che studiano 2 o più lingue straniere“, recita la nota di accompagnamento ai dati diffusi oggi. Senza nulla togliere alla qualità dell’insegnamento, anche presumendo che questo sia di alto livello e fornisca quindi un’ottima conoscenza della lingua straniera offerta tra i banchi di scuola superiore (cosa comunque non scontata), emerge come i giovani italiani, rispetto ai coetanei degli altri Paesi membri, risultino meno competitivi. Un problema strutturale, visto negli ultimi quattro anni niente è cambiato.
Persino la Francia, che della lingua francese fa motivo di orgoglio nazionale e oggetto di politiche di promozione, vede un sistema di istruzione tale da mettere gli studenti di liceo e istituti professionali in condizione di rispondere ad un mercato del lavoro sempre più esigente. In Francia, alla fine del 2022, il 99,7 per cento di loro, praticamente tutti, studiano almeno due lingue diverse dalla propria. Un tasso quasi analogo si registra in Romania e Slovacchia (98,9 per cento in entrambi i casi), e Repubblica Ceca (98,8 per cento). Ma anche Estonia, Finlandia, Slovenia, Lussemburgo e Croazia registrano un tasso superiore al 90 per cento di studenti in età da liceo cimentarsi con almeno due lingue.
Il confronto, dunque, non premia l’Italia. Due persone su dieci impegnate con due lingue, contro le nove su dieci degli altri Stati membri, e una media Ue che vede sei giovani su dieci (60,8 per cento) studiare almeno due lingue straniere. Al termine del percorso di studi, dunque, per poter competere con gli altri ragazzi e ragazze d’Italia dovranno affidarsi a corsi privati, per accrescere il peso del proprio curriculum e dotarsi di competenze utili per maggiori opportunità.