Bruxelles – “Siamo come le api: abbiamo bisogno delle giuste condizioni per prosperare e guidare le transizioni” così oggi (9 aprile) il presidente dell’Unione Europea dell’artigianato e delle piccole imprese (SMEunited), Petri Salminen, ha aperto l’incontro ‘Smes driving the transition”. Al centro del dibattito è stato il ruolo che le piccole e medie imprese (Pmi) ritengono di avere nel guidare il futuro verde e digitale dell’Ue.
Nei Ventisette Paesi dell’Ue le imprese di piccole e medie dimensioni sono 24,3 milioni e rappresentano più del 99 per cento del totale. Di queste ben il 92 per cento sono microimprese, ovvero con meno di 10 dipendenti. Petri Salminen ha invitato i futuri europarlamentari a riflettere sul fatto che spesso le decisioni economiche vengono prese pensando alle grosse imprese, anche se queste sono numericamente assai inferiori rispetto alle Pmi, che invece rischiano di subire i provvedimenti. Anche per Luca Crosetto, di Confartigianato e vice presidente SMEunited, l’Ue deve cambiare prospettiva: “I futuri decisori politici dovranno passare dal fare le leggi a far sì che la legge produca risultati. L’attuale quadro normativo deve essere rivisto per garantire coerenza e uniformità.”
Come piccole e medie imprese si classificano tutte quelle aziende con un numero di dipendenti inferiore ai 50 (anche se questo varia notevolmente da Paese a Paese). Le Pmi producono circa il 58 per cento del Pil dell’Unione e occupano il 67 per cento delle persone impiegate all’interno del settore privato.
“In questi anni abbiamo più volte sottolineato, sia come Smeunited che come Confartigianato, la necessità che l’Ue applichi in maniera cogente il principio Think Small Fist – insiste Crosetto -. E’ inaccettabile che 24,3 milioni di PMI in Europa debbano ancora conformarsi a una legislazione fatta sulla base dello 0,2 per cento delle grandi aziende”.
In vista delle elezioni del 6-9 giugno SMEunited ha invitato tutti a recarsi ai seggi per scegliere quale futuro dare all’Europa. L’Ue non sta attraversando una fase semplice: le complicazioni del periodo Covid, la guerra in Ucraina, la crisi delle materie prime e l’aumento generale dei prezzi impongono una seria riflessione. A complicare lo scenario per le Pmi c’è anche la difficoltà nel trovare sul mercato del lavoro manodopera specializzata.
Lo stato del mercato unico rappresenta ancora un problema per SMEunited: continuano a persistere delle storture al suo interno che non permettono alle piccole e medie imprese di svilupparsi al meglio. In quest’ottica è atteso con ansia il report sulla situazione del mercato Ue che Enrico Letta presenterà al Consiglio Europeo informale del 17 e 18 aprile.
Come le api ottengono la loro forza dal gruppo anche le Pmi hanno bisogno di unirsi per fare massa. Non solo, “le api giocano un ruolo cruciale nella sopravvivenza del pianeta e così le Pmi lo fanno nello sviluppo e nella prosperità del sistema economico europeo”, ha sintetizzato Salminen. Il messaggio lanciato da SMEunited è chiaro: senza api non c’è vita e senza le piccole medie imprese non c’è economia.