Bruxelles – L’ultimo dialogo sulla transizione pulita con le industrie europee prima della presentazione degli input per l’agenda strategica 2024-2029 è con il settore dei trasporti. “Si tratta di un settore incredibilmente importante, rappresenta circa il 5 per cento del Pil dell’Unione Europea, 10 milioni di posti di lavoro sono collegati, ed è un enorme motore di innovazione”, ha definito la centralità dei trasporti la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento di questa mattina (8 aprile) al Dialogo sulla transizione pulita per la mobilità. Sono però i dati a mettere ancora più in luce l’impatto di queste industrie sul presente e sul futuro dell’Unione: “Se vogliamo raggiungere la meta della neutralità climatica dobbiamo tagliare le emissioni del settore dei trasporti di circa il 90 per cento, è una grande sfida davanti a noi”.
Nell’ambito dei dialoghi con le industrie europee, dopo l’esordio con quelle del settore dell’idrogeno e quelle ad alta intensità energetica a fine 2023 e il prosieguo con quelle delle clean tech e quelle delle materie prime critiche a febbraio 2024, la presidente von der Leyen e il vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal, Maroš Šefčovič, hanno concluso oggi il tour con il settore dei trasporti, due giorni prima di presentare la comunicazione sul ciclo di incontri sulla transizione pulita, come emerge dall’agenda dei punti previsti all’ordine del giorno del Collegio dei commissari. “Abbiamo i mezzi per mitigare il cambiamento climatico, il principale è ridurre le emissioni di gas serra e sappiamo che i trasporti incidono per circa un quarto di quelle totali nell’Ue“, ha ricordato von der Leyen la necessità di “lavorare per accelerare la transizione”. In questo contesto “i primi passi sono stati presi, in questo mandato abbiamo adottato il quadro legislativo e tutti i nostri Stati membri hanno inserito nella propria legislazione nazionale che entro il 2050 saremo climaticamente neutrali“, ha continuato von der Leyen, sottolineando che l’aver fissato per legge questo obiettivo “è importante per le decisioni di investimento e per dare prevedibilità a chi investe in una certa direzione nel futuro nell’Ue”
Ma è soprattutto alla competitività del settore industriale europeo e all’espansione delle tecnologie pulite che la Commissione Europea guarda con interesse nel momento dell’implementazione del quadro legislativo. “Stiamo scrivendo le linee guida, significa tagliare su misura la legislazione per le azioni sul campo“, e i dialoghi per la transizione pulita servono proprio per “sapere di cosa avete bisogno per arrivare a questi obiettivi, in modo da rendervi la vita più facile”, ha assicurato von der Leyen. E sempre sui dati disponibili si è concentrata la numero uno dell’esecutivo Ue: “Guardando alla Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente, fino al 2030 sono necessari almeno 100 miliardi di euro all’anno per gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto“. Si tratta di investire “in modo massiccio e intelligente” per essere “ancora più resilienti contro cambiamenti climatici ancora più estremi”, come sta già facendo Bruxelles con “1,3 miliardi di euro in infrastrutture di ricarica e di rifornimento, contiamo di aumentarlo di cinque volte con investimenti privati”.
Carburanti sostenibili, catene di approvvigionamento e materie prime critiche sono vitali per tutte le industrie europee, ma in particolare proprio per quelle del settore dei trasporti. Per esempio il Berlaymont sta “sostenendo 120 progetti di carburanti sostenibili per l’aviazione“, ha reso noto von der Leyen, ricordando che quello dei carburanti sostenibili “una decina di anni fa era un business case negativo, ma con il Green Deal è diventato positivo, perché le tecnologie per decarbonizzare i trasporti sono diventate frontrunner nell’innovazione nel settore dei trasporti”. Per quanto riguarda invece le catene di approvvigionamento “stabili e sostenibili per la competitività” il focus dell’attenzione è su “acciaio verde, batterie e componenti critiche”, come dimostra il lavoro sull’acciaio pulito: “All’inizio del mandato c’erano zero progetti nell’Ue, oggi ne abbiamo 50 su 80 in tutto il mondo“, un “ottimo segnale” che ha portato alla “prima fabbrica per la produzione su larga scala in Svezia, che l’anno prossimo fornirà ai produttori di automobili acciaio prodotto a basse emissioni e accessibile economicamente”.
E infine le materie prime critiche, un tema cruciale per l’intero comparto industriale europeo. Dopo “l’amara lezione” della dipendenza dal gas russo, “il prossimo tema su cui dobbiamo essere particolarmente attenti” è quello che riguarda la Cina e la sua strategia per ottenere il controllo delle materie necessarie per la transizione digitale e verde in qualsiasi settore. “Negli ultimi 20/30 anni la Cina ha strategicamente organizzato tutta la scena globale delle materie prime critiche in modo da possedere la maggioranza delle miniere in tutto il mondo”, mentre il processo produttivo di alcune materie (come il litio) “è praticamente un monopolio”, ha messo in guardia la presidente della Commissione. Nel firmare contratti e memorandum d’intesa con Paesi terzi “a differenza della Cina, noi diciamo ai nostri partner che non vogliamo prendere le materie prime, ma aiutarli a sviluppare la catena di valore a livello locale“, in modo che “la materia rimane nel Paese, rafforzando al contempo la nostra catena di approvvigionamento”, ha concluso von der Leyen il suo dialogo con i rappresentanti delle industrie europee del settore dei trasporti.