Bruxelles – A portare il caso all’attenzione del Parlamento Europeo è stata l’eurodeputata del gruppo Verdi/Ale Tineke Strik, quando oggi (8 aprile) nel corso di un’audizione in commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) dell’Eurocamera ha chiesto a Francois Deleu, responsabile dei diritti fondamentali dell’Agenzia Ue per l’asilo (Euaa) se fosse a conoscenza di pratiche fraudolente da parte delle autorità greche per respingere le richieste d’asilo a Lesbo. Nello specifico Strik ha riportato il caso di alcune persone migranti che avrebbero dovuto dichiarare forzatamente di essere etiopi e non eritrei, altrimenti la loro domanda sarebbe stata respinta in partenza. Deleu ha risposto di non essere a conoscenza di questi fatti, ma che in ogni caso verificherà con i colleghi presenti in Grecia.
Il diritto d’asilo è riconosciuto dall’articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ma secondo Fenix, un’Ong che fornisce assistenza legale alle persone migranti, le autorità greche stanno attuando dei comportamenti fraudolenti per limitarlo: a Lesbo, isola greca dell’Egeo, le persone provenienti dall’Eritrea verrebbero registrate come etiopi. Questo sarebbe dovuto al fatto che l’Etiopia è considerato uno Stato maggiormente sicuro e sarebbe quindi più facile respingere la richiesta d’asilo.
Le persone migranti che arrivano nell’Unione Europea, e dunque anche a Lesbo, viaggiano spesso senza documenti, per questo motivo spetta alle autorità locali identificarle e indicarne il Paese di provenienza. Per dimostrare lo Stato di partenza la Grecia ha introdotto tra settembre e ottobre 2023 dei test da sottoporre alle persone richiedenti asilo. Questi contengono domande sulla lingua, la cultura e la geografia, ma non tengono conto del fatto che – tra le persone richiedenti asilo – diverse non hanno le conoscenze o l’istruzione necessarie. Sempre secondo l’Ong ad alcune persone fuggite dall’Eritrea sarebbe stato chiesto di accettare la nazionalità etiope per proseguire con la procedura di richiesta d’asilo, ma quando queste hanno rifiutato – argomentando di essere eritree – il personale greco ha interrotto il colloquio e respinto la richiesta.
Il caso di scambio di nazionalità non coinvolgerebbe solo persone di nazionalità eritrea ma anche afgani identificati come iraniani e sudanesi come provenienti dal Sud Sudan, e in tutti questi casi le persone richiedenti asilo sarebbero registrate come provenienti da un Paese più sicuro. Anche se l’errore potrebbe essere involontario (per esempio perché la lingua è molto simile, se non uguale), può in ogni caso comportare il respingimento della richiesta di asilo da parte di persone che invece ne hanno pienamente diritto.