Bruxelles – Contratti inaccessibili, informazioni non condivise, accesso a messaggini di testo impossibili perché molti SMS sarebbero anche andati distrutti. Su Ursula von der Leyen torna ad esplodere il caso ‘Pfizergate’, legato ai contratti che la Commissione europea ha sottoscritto con la casa farmaceutica per l’acquisto di dosi massicce di vaccini anti-COVID per rispondere alla crisi sanitaria, dopo il via libera dell’Ema alla vendita del siero nel mercato unico. Un caso però che sembra però rilanciato in chiave di (contro) campagna elettorale, visto che la vicenda non sembra proprio del tutto nuovo, dato che la stessa von der Leyen era già stata trascinata in Tribunale per gli stessi motivi oltre un anno fa.
I contratti tra l’esecutivo comunitario e le case farmaceutiche sono stati fin dall’inizio criticati dal Parlamento europeo per la presunta mancanza di trasparenza su dettagli e condizioni. Anche il difensore civico, già a gennaio 2021, aveva aperto un fascicolo a carico del team von der Leyen per la presunta assenza di trasparenza nella gestione del negoziato commerciale.
Quello che viene contestato a von der Leyen è la presa in carico del fascicolo da parte dell’ufficio della procura europea (Eppo), avvenimento che aggraverebbe i dubbi sulla condotta dell’esecutivo comunitario. La stessa procura europea un fascicolo a carico della Commissione europea l’ha aperto già a ottobre 2022, proprio per la delicatezza del momento, le cifre in ballo (contratti miliardari) e le denunce sporte.
Non sembrano, in sostanza, emergere elementi davvero nuovi in una vicenda che di questi giorni non è. Alla Commissione si contestano sprechi per 4 miliardi di euro in vaccini acquistati e poi gettati, di cui però la commissaria per la Salute, Stella Kyriakides, ha dato conto tempo fa, spiegando che l’obiettivo, nel momento di crisi sanitaria, era la creazione di stock, e che questo ha prodotto acquisti volutamente in eccesso per essere certi che la copertura vaccinale fosse garantita nell’Ue. Dopodiché, ha ricordato la commissaria, “gli Stati membri sono i proprietari legali dei vaccini contro il Covid-19 acquistati tramite accordi di acquisto (anticipati) conclusi dalla Commissione per conto degli Stati membri con i produttori di vaccini”. In quanto proprietari, “sono responsabili della supervisione della gestione delle loro scorte nazionali”, quindi delle campagne di somministrazione e degli sprechi
A cavalcare l’onda sono le forze di opposizione. Un’interrogazione è stata presentata dall’eurodeputato Ioannis Lagos, appartenente all’ultra-destra greca. E’ a lui che ha risposto Kyriakides. Intanto la Lega attacca: “L’indagine della procura europea sul cosiddetto caso Pfizergate conferma la gravità della vicenda, sulla quale la Lega in Europa chiede di fare chiarezza fin dal primo giorno”, commentano Marco Zanni e (presidente gruppo Id) e Marco Campomenosi, rispettivamente presidente del gruppo Identità e democrazia (Id) e capo delegazione Lega in Parlamento europeo.
L’affare ‘Pfizergate’ dunque investe la presidente della Commissione europea uscente e desiderosa di un secondo mandato, ma con elementi a oggi non certo nuovi. Il caso irrompe nella campagna elettorale che von der Leyen ha di fatto già iniziato, e che potrebbe risentire di questo attacco, al momento molto più mediatica che altro.