Bruxelles – Il Partito Democratico porta la trattativa per l’acquisizione dell’Agenzia giornalistica Italia (Agi) da parte di Antonio Angelucci sotto gli occhi delle istituzioni europee. In una lettera indirizzata alla Vicepresidente della Commissione Ue e commissaria ai Valori e alla Trasparenza, Věra Jourová, la delegazione del Pd all’Eurocamera invita Bruxelles a “chiarire quali azioni intende intraprendere in caso di mancato rispetto dell’indipendenza editoriale dell’Agenzia” e “della legge europea sulla libertà dei media”.
Dopo le interrogazioni parlamentari a Montecitorio da parte di Pd e Movimento 5 Stelle, la vicenda arriva dunque a Bruxelles. Già la scorsa settimana, il portavoce della Commissione europea Christian Wigand, rispondendo a una domanda sulla possibile acquisizione dell’Agi, aveva fatto sapere che la questione va ancora esaminata, ma che comunque la Commissione vigilerà sul rispetto del Media Freedom Act, la legislazione europea approvata in via definitiva dall’Eurocamera lo scorso 13 marzo.
“Più che un’acquisizione editoriale, sembra trattarsi di una chiara operazione politica che porterà ad una preoccupante concentrazione dei media sotto il controllo politico”, denunciano gli eurodeputati del Pd. “L’Eni, attuale editore dell’Agi, ha come azionista il Ministero dell’Economia, guidato da un Ministro dello stesso partito politico di Angelucci”, prosegue la lettera a Jourová. Su questo punto, il ministro Giancarlo Giorgetti ha spiegato durante il question time alla Camera che il suo ministero “non è l’autorità deputata a rispondere”.
La redazione dell’Agi è in stato di agitazione dallo scorso 18 marzo, quando si sono moltiplicate le voci di una possibile cessione dell’agenzia al Gruppo Angelucci, a cui fa capo il deputato della Lega Antonio Angelucci, imprenditore nel settore immobiliare e nell’editoria, già proprietario del Tempo, del Giornale e di Libero (attraverso la Fondazione San Raffaele), oltre che di varie testate locali. Dopo aver indetto due giorni di sciopero il 21 e 22 marzo, i giornalisti di Agi hanno nuovamente lasciato le penne il 27 e 28 marzo per protestare contro il cambio di proprietà.
La legge europea sulla libertà dei media impone a tutti i gruppi editoriali – grandi e piccoli – di pubblicare informazioni sui relativi proprietari all’interno di una banca dati nazionale, in modo da consentire al pubblico di sapere chi controlla i singoli media e quali interessi possono celarsi dietro la proprietà. E prevede una serie di salvaguardie per evitare eccessive concentrazioni nelle mani di singoli editori. Ma l’efficacia delle nuove norme dipende dalla loro attuazione: per questo il regolamento istituisce un nuovo organismo internazionale, il Consiglio europeo per i servizi dei media, che vigilerà sugli stati membri per assicurarsi che questi provvedano ad attuare le norme. La vicenda dell’Agenzia Giornalistica Italiana è già il primo banco di prova.