Bruxelles – Rispondere alla “deregolamentazione climatica” con “forza, costanza e determinazione”. Con una “pianificazione ecologica”. Le parole usate dal primo ministro francese, Gabriel Attal, sono il manifesto del piano nazionale di trasformazione ecologica che il governo della Repubblica ha illustrato oggi (28 marzo) a Parigi.
Una tabella di marcia che comprende 15 impegni da parte dei ministeri francesi per promuovere la transizione verde. Non a caso all’evento di presentazione al Muséum National d’Histoire naturelle erano presenti altri quattro membri del gabinetto di Attal: Stanislas Guerini, ministro della Funziona pubblica, e i colleghi Sylvie Retailleau (Istruzione superiore e ricerca), Agnès Pannier-Runacher (Agricoltura) e Thomas Cazenave (Conti pubblici), oltre a prefetti regionali, scienziati, associazioni e gruppi di dipendenti pubblici.
Il piano per la trasformazione ecologica dello Stato, annunciato da tempo, è stato pubblicato a gennaio sotto forma di circolare, nel bel mezzo del rimpasto di governo che ha portato alla guida dell’esecutivo il giovane pupillo di Emmanuel Macron. La strategia, che Attal ha definito “unica, pioniera e mai messa in campo da nessun Paese industrializzato”, stabilisce una serie di target da raggiungere entro il 2024 e il 2027, ultimo anno del secondo mandato di Macron all’Eliseo.
Il governo vuole ridurre il consumo di carburante del 5 per cento nel 2024 (rispetto al 2022) e del 10 per cento entro il 2027. Tra il 2023 e il 2024, spera inoltre di ridurre gli sprechi alimentari del 10 per cento, obiettivo che sarà portato al 25 per cento entro il 2027. Anche per il consumo energetico di alcuni edifici governativi è stato fissato un obiettivo di riduzione intermedio del 10 per cento tra il 2022 e il 2024 e del 25 per cento entro il 2027. In totale, la Francia mira a ridurre le emissioni di gas serra del 5 per cento all’anno fino al 2027. Un piano che mette Parigi in corsa per non farsi trovare impreparata verso il traguardo più importante fissato dalla Commissione europea per il 2050, quello della neutralità climatica.
“Lo Stato ha una responsabilità speciale ed eminente per la transizione ecologica”, ha insistito il primo ministro, annunciando poi che “da domani” sarà finanziato l’acquisto di “più di 10 mila dispositivi per il risparmio idrico” – serbatoi per l’acqua piovana, aeratori per regolare la portata dell’acqua dai rubinetti – e prevedendo in questo modo un risparmio di 3,7 milioni di litri d’acqua. Attal ha parlato inoltre dell’installazione di “9 mila punti di ricarica” per i veicoli elettrici entro la fine del mandato, impegnandosi contemporaneamente a sostituire ogni anno 5 mila veicoli a motore endotermico del parco statale con veicoli elettrici.
Attal ha rivendicato gli sforzi già messi in atto dalla Repubblica per ridurre il consumo di energia in casa propria: la bolletta del gas e dell’elettricità del patrimonio immobiliare dello Stato – che comprende 190 mila edifici – sarebbe diminuita di 150 milioni di euro dal 2022 a oggi. Il ministro per i conti pubblici, Thomas Cazenave, ha annunciato inoltre di voler ridurre il parco immobiliare pubblico.
“Voglio che sia una priorità parlare con i dipendenti pubblici”, ha sottolineato Stanislas Guerini, ministro della Funzione pubblica. Che ha firmato un accordo per l’introduzione di una “formazione su misura per i tre livelli della funzione pubblica: statale, locale e ospedaliera”. Guerini ha promesso che entro il 2027 “tutti i 5,7 milioni di dipendenti pubblici avranno ricevuto una formazione sulla transizione ecologica“. Perché la formazione è “un prerequisito per l’azione” e se sono tutti formati, saranno tutti “agenti del cambiamento”.