Bruxelles – Poco più di due mesi e i cittadini dei 27 Paesi membri Ue si recheranno alle urne per rinnovare la composizione del Parlamento Europeo. Ma per le istituzioni dell’Unione è cruciale già da ora che le fake news e la disinformazione non inquinino il dibattito pubblico in questo sprint finale di campagna elettorale, perché l’integrità del voto non sia messa a repentaglio anche – e soprattutto – nella sfera online. È per questo motivo che, dopo le campagne di comunicazione e i memorandum d’intesa, la Commissione Europea ha pubblicato oggi (26 marzo) le linee guida sulle misure raccomandate alle piattaforme online e ai motori di ricerca di grandi dimensioni per mitigare i “rischi sistemici” proprio in vista delle elezioni europee del 6-9 giugno.
La base di partenza per le linee guida è la nuova legge sui servizi digitali (il Digital Services Act), che definisce quali sono e quali obblighi devono osservare i servizi con più di 45 milioni di utenti attivi nell’Ue, compresi i rischi legati a processi elettorali, diritti fondamentali e libertà di espressione. Si tratta di due grandi motori di ricerca (VLOSEs, in gergo) – Bing e Google Search – e 17 grandi piattaforme online (VLOPs): social media (Facebook, Instagram, Twitter, TikTok, Snapchat, LinkedIn, Pinterest), servizi di commercio elettronico (Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple AppStore, Zalando), servizi Google (Google Play, Google Maps e Google Shopping), e anche Booking.com, Wikipedia e YouTube. Nonostante si tratti di sole raccomandazioni (ma chi non le osserverà dovrà dimostrare alla Commissione che le misure adottate sono ugualmente efficaci), il gabinetto von der Leyen ha messo in programma uno stress test con le parti interessate alla fine di aprile per verificare l’uso degli strumenti e dei meccanismi di cooperazione.
Le linee guida prevedono misure da adottare prima, durante e dopo l’appuntamento elettorale, a partire dal rafforzamento di team interni “con risorse adeguate”. Tra le misure di mitigazione del rischio specifiche per le elezioni compaiono informazioni ufficiali sui processi elettorali, iniziative di alfabetizzazione mediatica, l’adattamento dei sistemi di raccomandazione e la riduzione della monetizzazione, senza dimenticare che la pubblicità politica dovrebbe essere “chiaramente etichettata come tale”. Di particolare interesse il focus sulla mitigazione dei rischi legati all’intelligenza artificiale generativa (anche considerato il nuovo Atto Ue sull’Ia pronto a entrare in vigore), considerato il fatto che la sfera online potrebbe essere sfruttata per diffondere contenuti pericolosi e fake news attraverso deepfake. Per questo la raccomandazione è di etichettare “chiaramente” i contenuti generati dall’intelligenza artificiale, per permettere agli utenti di essere consapevoli della tipologia di informazione che maneggiano.
La Commissione consiglia poi la cooperazione con autorità nazionali ed europee, esperti indipendenti e organizzazioni della società civile “per promuovere uno scambio efficiente di informazioni prima, durante e dopo le elezioni” anche per quanto riguarda la manipolazione e l’interferenza dall’estero. In caso di diffusione di fake news e disinformazione, dovrebbe essere messo a punto un meccanismo di risposta agli incidenti che potrebbero avere “un effetto significativo” sull’esito delle elezioni o sull’affluenza alle urne. Infine, al termine delle elezioni europee, piattaforme online e motori di ricerca di grandi dimensioni dovrebbero pubblicare una versione non riservata ai documenti di revisione post-elettorale, “offrendo l’opportunità di un feedback pubblico sulle misure di mitigazione del rischio adottate”, spiega la Commissione Ue.