Bruxelles – Supportare l’Ucraina ‘as long as it takes’, ma non a costo di minare la stabilità del mercato interno. Con questi due paletti Bruxelles è alla ricerca dell’approvazione definitiva della proroga dello stop ai dazi sulle importazioni alimentari dall’Ucraina Kiev (regolamento Atm). Domani è previsto il voto degli ambasciatori Ue sull’intesa provvisoria trovata il 20 marzo con l’Eurocamera. Ma gli Stati membri sono al lavoro su un nuovo compromesso.
Perché già il 25 marzo la presidenza di turno belga del Consiglio dell’Ue si è vista costretta a rinviare il voto di conferma dei rappresentanti permanenti dei 27 per il rischio di una minoranza di blocco. Francia, Polonia e Ungheria avevano sollevato obiezioni su diverse questioni relative alle condizioni per far scattare i ‘freni di emergenza’ previsti in caso di perturbazioni del mercato dell’Unione (o di uno solo dei suoi membri) e all’inclusione del grano nella lista di prodotti. Ma oltre a Parigi, Varsavia e Budapest, un folto fronte degli indecisi ha convinto la presidenza dell’Ue a prendere altro tempo.
Prima fra tutti l’Italia. Anche se fonti diplomatiche avevano suggerito che Roma – due giorni fa – sarebbe stata pronta a votare a favore dell’intesa, ma chiedendo solo la modifica dell’anno di riferimento sui volumi di importazione dei prodotti ucraini per far scattare i ‘freni di emergenza’ (dal 2022-2023 al 2021 pre-guerra). Ma oggi i ministri dell’Agricoltura dell’Ue hanno riaperto la questione per provare a limare le proprie posizioni. E Francesco Lollobrigida ha dichiarato che il governo italiano “si è reso protagonista di una proposta e un contributo che attendiamo sia recepito dalla presidenza belga”. Insieme a “Francia, Cipro, Grecia, Slovenia e Spagna”, l’Italia sarebbe promotrice di una “posizione comune”, un “compromesso per dare da una parte un riscontro alle richieste di equilibrio dei prezzi nel mercato interno europeo senza però danneggiare in maniera eccessiva l’Ucraina”.
La proposta su cui è al lavoro la presidenza belga finirà sul tavolo degli Stati membri così come di rappresentanti dell’Eurocamera, che in quanto co-legislatore potrebbe mettersi di traverso su eventuali modifiche all’accordo trovato solo una settimana fa. Un accordo che prevedeva di prorogare la sospensione dei dazi sull’export ucraino verso l’Unione e che allo stesso tempo permetterebbe alla Commissione di intervenire entro 14 giorni (non più 21) per l’attivazione delle salvaguardia automatiche nel caso di perturbazioni di mercato.
Per quanto riguarda il ‘freno di emergenza’, nell’intesa provvisoria è già stato rafforzato sui prodotti agricoli “particolarmente sensibili” – ovvero pollame, uova e zucchero – che prende in considerazione “qualsiasi impatto negativo sul mercato di uno o più Stati membri” e non solo sul mercato dell’Ue nel suo complesso. Inoltre è stato esteso l’elenco a quattro ulteriori prodotti – avena, mais, semole e miele – con il solo impegno della Commissione a rafforzare il monitoraggio delle importazioni di grano e altri cereali.