Bruxelles – La terza volta in meno di due mesi, mentre l’approccio delle istituzioni Ue è arrivato al punto di una concessione quasi totale rispetto alle richieste degli agricoltori europei, Politica Agricola Comune (Pac) inclusa. Centinaia di trattori hanno di nuovo invaso questa mattina (26 marzo) le strade di Bruxelles in occasione della riunione dei 27 ministri responsabili per l’Agricoltura, per protestare contro quelle che gli agricoltori considerano politiche penalizzanti nei confronti dell’intero comparto agroalimentare europeo. Anche se il primo risultato di oggi in Consiglio è stato proprio quello sul via libera alle norme modificate per la semplificazione e la riduzione degli oneri della Pac, che “aumenteranno i redditi dei nostri agricoltori”.
A confermarlo è stato il vicepremier del Belgio responsabile per l’Agricoltura e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, David Clarinval: “Gli agricoltori manifestano di nuovo oggi fuori dal Consiglio, non li abbiamo dimenticati”. Facendo ingresso al Consiglio Agricoltura, il vicepremier belga ha ricordato che “stiamo avanzando verso la semplificazione amministrativa, abbiamo misure che possono portare più flessibilità alla Pac”. Il via libera alle proposte presentate dalla Commissione Ue lo scorso 15 marzo è arrivato dai 27 rappresentanti degli Stati membri al Comitato speciale Agricoltura per “affrontare i problemi riscontrati nell’attuazione dei piani strategici” e per “assicurare competitività all’agricoltura europea, sovranità alimentare e una giusta remunerazione agli agricoltori”, ha aggiunto Clarinval. A questo punto la palla passa alla commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale (Agri) del Parlamento Europeo – che ricorrerà alla procedura d’urgenza – mentre la posizione degli eurodeputati dovrebbe arrivare all’ultima sessione plenaria in agenda (22-25 aprile). Il Regolamento sarà poi formalmente adottato dal Consiglio e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue: “Se tutto va come previsto, entrerà in vigore entro la fine della primavera“, sono le previsioni della presidenza di turno belga del Consiglio dell’Ue, in risposta alle richieste del gabinetto von der Leyen di un iter di approvazione spedito.
Petardi, uova e letame sulle strade. Per gli agricoltori le modifiche “sono insufficienti”
La polizia di Bruxelles ha contato 250 trattori tra Place Luxembourg, il piazzale antistante l’Eurocamera e incolonnati su Rue de la Loi, l’arteria che attraversa il quartiere europeo e dove hanno sede le altre istituzioni dell’Unione. Gli agricoltori, chiamati a manifestare da Fugea, dalla Federazione dei Giovani Agricoltori (FJA), dalla Federazione Vallone dell’Agricoltura ( Fwa), dalla Rete di sostegno all’agricoltura contadina (RéSAP) e dal Coordinamento europeo Via Campesina (Ecvc), hanno puntato verso il palazzo del Consiglio, dove sono riuniti i 27 ministri dell’Agricoltura. Bloccati dal cordone di sicurezza delineato dalle forze dell’ordine intorno alle istituzioni, gli agricoltori hanno cominciato a scoppiare petardi e appiccare roghi.
Rispetto agli scontri del 26 febbraio e alla prima protesta del primo febbraio, la tensione è rimasta più contenuta. Almeno fino a quando – dopo aver scaricato fieno, patate e letame davanti alle barricate della polizia, decine di manifestanti hanno indirizzato il lancio di uova e petardi verso gli agenti in tenuta antisommossa. A quel punto, la polizia ha azionato gli idranti e utilizzato gas lacrimogeni per far indietreggiare gli agricoltori. “Le recenti proposte della Commissione Europea sono insufficienti per affrontare le cause profonde che hanno portato gli agricoltori a protestare in tutta Europea da mesi”, affermano in una nota congiunta Fugea e Via Campesina.
Le proteste sono finite con un crescendo di tensione: secondo Le Soir, i manifestanti avrebbero preso di mira con il lancio di uova e petardi anche alcuni giornalisti. E un fotografo sarebbe stato picchiato in viso da un agricoltore. Il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, a margine dell’incontro con gli omologhi Ue le ha bollate come “manifestazioni estremamente marginali rispetto all’impatto dei mesi passati”. Secondo Lollobrigida “si sono raggiunti dei risultati”, testimoniati dal fatto che a protestare “non risultano esserci delegazioni italiane”.
Cosa prevede la modifica della Pac
Dopo la deroga temporanea per tutto il 2024 ai terreni incolti, la revisione della Pac prevede di eliminare completamente la destinazione di “una quota minima di terreno coltivabile ad aree non produttive” dallo standard 8 delle ‘Buone condizioni agronomiche e ambientali’ (Bcaa) – cioè terreni incolti – “pur mantenendo la protezione degli elementi paesaggistici esistenti”. Gli Stati membri sono invece tenuti a “istituire un eco-schema” che offra un sostegno agli agricoltori “per mantenere una parte dei terreni coltivabili in stato non produttivo o per creare nuovi elementi paesaggistici” (come siepi o alberi). In questo gli agricoltori saranno “specificamente ricompensati per queste aree non produttive che sono benefiche per la biodiversità sui terreni agricoli e, più in generale, delle aree rurali”. I Ventisette potranno anche prevedere “esenzioni specifiche” dalle norme sugli standard Bcaa 5, 6 e 7 (gestione della lavorazione del terreno, copertura del suolo e terreni a riposo) per le situazioni che “rischiano di essere contrarie ai loro obiettivi”, come nel caso di condizioni specifiche di terreni e sottosuoli. Più nello specifico sulla rotazione delle colture (standard 7) la Commissione propone di mantenerla ma di consentire agli Stati membri di “aggiungere la possibilità di soddisfare questo requisito con la diversificazione delle colture“, un flessibilità che dovrebbe consentire agli agricoltori “colpiti da regolare siccità o di precipitazioni eccessive” di rispettare la condizione “in modo più compatibile con la realtà agricola”.
Tra le modifiche più significative c’è la proposta di esentare le aziende agricole sotto i 10 ettari dai controlli di condizionalità e dalle sanzioni, una misura che “riguarda il 65 per cento dei beneficiari” della Pac ma “solo solo il 10 per cento della superficie agricola totale”, ricorda la Commissione. “Lo scopo è alleviare l’onere amministrativo legato ai controlli, che è più elevato per le piccole aziende agricole rispetto a quelle più grandi“. In altre parole – oltre alle flessibilità generali sulle Bcaa – l’alleggerimento degli oneri per i piccoli agricoltori con una dimensione massima di azienda non superiore a 10 ettari di superficie agricola garantirà che non debbano “essere controllati per quanto riguarda il rispetto dei requisiti di gestione obbligatori”, dal momento in cui l’esenzione “non ostacolerebbe in modo significativo il ruolo dei requisiti di condizionalità nel contribuire agli obiettivi climatici e ambientali”. Inoltre viene proposto anche di aumentare il numero di richieste di modifica del Piano strategico della Pac da una a due all’anno: “Questo è necessario per affrontare più rapidamente le mutevoli situazioni degli agricoltori, comprese quelle causate da eventi climatici avversi”, specifica la Commissione.
Per quanto riguarda la remunerazione degli agricoltori e la loro posizione nella filiera alimentare, si seguiranno tre strade. In primis la Commissione lancerà un osservatorio dei costi di produzione, dei margini e delle pratiche commerciali nella catena di approvvigionamento agroalimentare – con i rappresentanti di tutti i settori della filiera alimentare e i rappresentanti degli Stati membri e della Commissione – la cui prima riunione “è prevista per l’estate”. In secondo luogo viene proposto il rafforzamento delle norme applicabili ai contratti che gli agricoltori stipulano con gli acquirenti dell’industria alimentare o della vendita al dettaglio, attraverso nuove opzioni al Regolamento che istituisce un’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (Ocm) e all’applicazione transfrontaliera delle norme contro le pratiche commerciali sleali. Infine la Commissione condurrà una “valutazione approfondita” della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare in vigore dal 2021, con la prima relazione consegnata nella primavera del 2024 e una valutazione più dettagliata da presentare nel 2025 insieme a proposte legislative “se opportuno”.