Bruxelles – La palla è nelle mani del Parlamento e del Consiglio dell’Ue e ora bisogna agire “rapidamente”. È il commissario per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, a esortare i co-legislatori ad adottare il pacchetto di modifiche alla Politica Agricola Comune (Pac) presentato venerdì scorso (15 marzo) dalla Commissione Europea per alleggerire gli oneri amministrativi degli agricoltori, dopo le dure manifestazioni che hanno coinvolto le capitali dei Paesi membri Ue e Bruxelles: “È essenziale approvare rapidamente, così che gli agricoltori avvertano l’effetto dei cambiamenti già nel 2024, altrimenti succederà solo nel 2025“.
Parlando in commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale (Agri) del Parlamento Ue questa mattina (19 marzo), il commissario Wojciechowski ha messo in chiaro che con le modifiche al Regolamento sui piani strategici della Pac “abbiamo ascoltato le preoccupazioni e abbiamo dato una risposta” su questioni “importanti” come oneri amministrativi, turbative del mercato e mancanza di equità nella filiera. “Gli agricoltori possono contare sul sostegno sell’Europa, il pacchetto è equilibrato e fornisce una risposta significativa alle preoccupazioni espresse“, ha aggiunto il responsabile per l’Agricoltura del gabinetto von der Leyen, rimarcando comunque che “mantiene l’orientamento generale dell’attuale Pac e il suo ruolo essenziale a supporto della transizione sostenibile dell’agricoltura europea“. L’obiettivo è quello di “assicurare un livello di ambizione elevato”, dal momento in cui “serve un sistema alimentare stabile e prevedibile per gli anni a venire”.
Rispondendo alle domande degli eurodeputati, il commissario Wojciechowski ha sottolineato che uno degli aspetti centrali è quello di permettere agli Stati membri di prevedere “deroghe temporanee ad alcuni requisiti di condizionalità” nei casi in cui “le condizioni meteorologiche impediscano agli agricoltori di soddisfare i requisiti, per esempio delle scadenze in un anno determinato”. Per quanto riguarda le ‘Buone condizioni agronomiche e ambientali’ (Bcaa), la flessibilità prevista sullo standard 7 (rotazione delle colture) “può consentire agli agricoltori colpiti da siccità periodica o piovosità eccessiva di soddisfare la condizione in modo più compatibile con la realtà del mondo agricolo”, mentre l’eliminazione dello standard 8 (terreni incolti) e l’istituzione di eco-schemi “farebbe sì che gli agricoltori siano premiati e incentivati per queste pratiche, continuando a contribuire agli obiettivi della biodiversità”. Sul piano dell’alleggerimento degli oneri amministrativi, il membro della Commissione Ue ha reso noto che “sono già circa 14 mila le risposte arrivate” dopo il lancio dell’indagine ad hoc (aperta fino all’8 aprile): “Invito tutti gli agricoltori europei a partecipare”. Infine, il commissario per l’Agricoltura ha ricordato che “le proteste dimostrano che dobbiamo intervenire per rafforzare l’equità” nella filiera alimentare e le misure immediate proposte – “di natura non legislativa” – potrebbero essere attuate “già nelle prossime settimane”.
Cosa prevede la proposta di modifica della Pac
Dopo la deroga temporanea per tutto il 2024 ai terreni incolti, la Commissione propone di eliminare completamente la destinazione di “una quota minima di terreno coltivabile ad aree non produttive” dallo standard 8 delle ‘Buone condizioni agronomiche e ambientali’ (Bcaa) – cioè terreni incolti – “pur mantenendo la protezione degli elementi paesaggistici esistenti”. Gli Stati membri sono invece tenuti a “istituire un eco-schema” che offra un sostegno agli agricoltori “per mantenere una parte dei terreni coltivabili in stato non produttivo o per creare nuovi elementi paesaggistici” (come siepi o alberi). In questo gli agricoltori saranno “specificamente ricompensati per queste aree non produttive che sono benefiche per la biodiversità sui terreni agricoli e, più in generale, delle aree rurali”. I Ventisette potranno anche prevedere “esenzioni specifiche” dalle norme sugli standard Bcaa 5, 6 e 7 (gestione della lavorazione del terreno, copertura del suolo e terreni a riposo) per le situazioni che “rischiano di essere contrarie ai loro obiettivi”, come nel caso di condizioni specifiche di terreni e sottosuoli. Più nello specifico sulla rotazione delle colture (standard 7) la Commissione propone di mantenerla ma di consentire agli Stati membri di “aggiungere la possibilità di soddisfare questo requisito con la diversificazione delle colture“, un flessibilità che dovrebbe consentire agli agricoltori “colpiti da regolare siccità o di precipitazioni eccessive” di rispettare la condizione “in modo più compatibile con la realtà agricola”.
Tra le modifiche più significative c’è la proposta di esentare le aziende agricole sotto i 10 ettari dai controlli di condizionalità e dalle sanzioni, una misura che “riguarda il 65 per cento dei beneficiari” della Pac ma “solo solo il 10 per cento della superficie agricola totale”, ricorda la Commissione. “Lo scopo è alleviare l’onere amministrativo legato ai controlli, che è più elevato per le piccole aziende agricole rispetto a quelle più grandi“. In altre parole – oltre alle flessibilità generali sulle Bcaa – l’alleggerimento degli oneri per i piccoli agricoltori con una dimensione massima di azienda non superiore a 10 ettari di superficie agricola garantirà che non debbano “essere controllati per quanto riguarda il rispetto dei requisiti di gestione obbligatori”, dal momento in cui l’esenzione “non ostacolerebbe in modo significativo il ruolo dei requisiti di condizionalità nel contribuire agli obiettivi climatici e ambientali”. Inoltre viene proposto anche di aumentare il numero di richieste di modifica del Piano strategico della Pac da una a due all’anno: “Questo è necessario per affrontare più rapidamente le mutevoli situazioni degli agricoltori, comprese quelle causate da eventi climatici avversi”, specifica la Commissione.
Per quanto riguarda la remunerazione degli agricoltori e la loro posizione nella filiera alimentare, si seguiranno tre strade. In primis la Commissione lancerà un osservatorio dei costi di produzione, dei margini e delle pratiche commerciali nella catena di approvvigionamento agroalimentare – con i rappresentanti di tutti i settori della filiera alimentare e i rappresentanti degli Stati membri e della Commissione – la cui prima riunione “è prevista per l’estate”. In secondo luogo viene proposto il rafforzamento delle norme applicabili ai contratti che gli agricoltori stipulano con gli acquirenti dell’industria alimentare o della vendita al dettaglio, attraverso nuove opzioni al Regolamento che istituisce un’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (Ocm) e all’applicazione transfrontaliera delle norme contro le pratiche commerciali sleali. Infine la Commissione condurrà una “valutazione approfondita” della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare in vigore dal 2021, con la prima relazione consegnata nella primavera del 2024 e una valutazione più dettagliata da presentare nel 2025 insieme a proposte legislative “se opportuno”.