dall’inviato a Mons – In Belgio come altrove c’è la necessità di avvicinare i cittadini-elettori all’Unione europea, spiegarne il significato e l’importanza. Perché nelle elezioni di inizio giugno c’è tanto in ballo. Prossimi Parlamento e Commissione dovranno portare avanti le trasformazioni verdi e digitali avviate in questa legislatura agli sgoccioli, e ricalibrare politiche. Elio Di Rupo, presidente della Regione Vallonia e già primo ministro del Belgio, apre i lavori del 10° summit europeo delle città e delle regioni europee con un pensiero rivolto all’Europa che verrà. “Dobbiamo usare queste elezioni europee per spiegare ai cittadini come funziona l’Unione europea e cosa fa”. Un suggerimento che vale soprattutto per gli amministratori locali, perché è sul territorio che si fa la differenza.
“Dobbiamo spiegare da dove provengono i soldi che utilizziamo” per servizi, politiche e azioni a sostegno della vita di tutti i giorni, e “spiegare dove questi soldi finiscono”, continua Di Rupo, convinto che questa sia la chiave per sconfiggere le forze anti-europeiste, euro-scettiche, e quanti professano la religione del ‘da soli è meglio’. Un riferimento a quanti in Europa vorrebbero ridimensionare l’Unione europea e a chi, in Belgio, vorrebbe meno Belgio, che dell’Unione europea è Stato fondatore.
Di Rupo riconosce che “ci sono forze separatiste”, quanti, cioè, soprattutto nelle Fiandre, vorrebbero una indipendenza facile di promuovere ma non scontata nella sua praticabilità. Per ora all’orizzonte sembrano non profilarsi scenari di secessione, perché “credo che a livello di popolazione c’è una maggioranza per tenere unito il Paese”. Questo equilibrio potrebbe però incrinarsi se le cose dovessero mettersi male. Ecco perché la Vallonia è tra i sottoscrittori della richiesta di una nuova politica di coesione su misura per le regioni che il Comitato europeo delle regioni (Cor) ha avanzato in occasione del summit di Mons.
Quello che si chiede alla Commissione che verrà, è una transizione verde che sia “equa per tutti i cittadini e i
settori industriali”, che non produca divari né colpisca duramente imprese ed economie locali. Perché altrimenti le forze meno euro-entusiaste potrebbero fare ancor più breccia tra i cittadini-elettori. La priorità politica dovrà dunque non rimettere in discussione i fondi di coesione. Che significa innanzitutto niente tagli, tenuto che, sottolinea Di Rupo, “la coesione aiuta ma non basta“. Il presidente della Vallonia vuole sottolineare come “la coesione da sola non può trasformare radicalmente le regioni”, e questo vuol dire che quello che c’è va mantenuto.
Quindi una rassicurazione a chi domanda del destino del Belgio. Da una parte, scandsce,”sono fiducioso. Siamo il Paese dei compromessi”. Dall’altra parte, aggiunge, “oggi l’Europa si trova ad affrontare grandi sconvolgimenti e minacce. Nessuno Stato, regione o città può affrontare queste sfide da solo”. E questo vale anche per le Fiandre.