Bruxelles – Via libera dei Paesi Ue al testo del regolamento imballaggi uscito lo scorso 4 marzo dai negoziati interistituzionali. I rappresentanti permanenti dei 27 hanno approvato all’unanimità l’accordo sulla revisione della direttiva Ue chiamata ad “affrontare l’aumento dei rifiuti di imballaggio, armonizzando al tempo stesso il mercato interno e promuovendo l’economia circolare”. Lo rende noto la presidenza belga del Consiglio dell’Ue.
A quanto si apprende da fonti diplomatiche, solo Malta e Austria avrebbero posto una riserva di scrutinio. Ma il testo – frutto di trattative estenuanti tra le istituzioni Ue, con il governo e gli eurodeputati italiani in prima linea – passa anche l’esame del Coreper ed ora è quasi al traguardo. Ora manca solo l’approvazione formale della plenaria del Parlamento europeo e dei ministri dei 27.
Il regolamento introduce obiettivi di riduzione degli imballaggi del 5 per cento entro il 2030, 10 per cento entro il 2035 e 15 per cento entro il 2040. E chiede in particolare ai paesi membri di ridurre la quantità di rifiuti di imballaggio in plastica. Con il nuovo decennio saranno vietati diversi tipi di imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura fresca non trasformata, gli imballaggi in plastica per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti (ad esempio condimenti, salse, panna, zucchero, per i quali sono però ‘salve’ le bustine di carta). Dal primo gennaio 2030 saranno vietati anche gli imballaggi in miniatura per i prodotti da toilette e la pellicola termoretraibile per le valigie negli aeroporti.
Il punto maggiormente discusso in Italia era quello relativo agli obiettivi di riciclo e riuso. Una contrapposizione superata nel testo finale, con la facoltà per gli Stati membri di concedere deroghe agli operatori dei settori coinvolti se i singoli materiali di imballaggio abbiano superato di almeno il 5 per cento gli obiettivi di riciclo definiti da Bruxelles. “In questo modo abbiamo voluto riconoscere e premiare la virtuosità del nostro sistema che ci vede ai primi posti nel quadro europeo come capacità di riciclo”, ha sottolineato l’eurodeputata del Partito democratico, Patrizia Toia, relatrice del regolamento nella commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo.
Non solo: l’Italia ha ottenuto l’esclusione dagli obblighi di riuso del take away, del cartone, di bevande come latte e altre altamente deperibili, vini e altre bevande alcoliche, oltre ad una deroga orizzontale per i materiali di imballaggio. A patto ancora che ci siano alti tassi di riciclo.
Come rivendicato da Toia, l’Italia ha “fatto sistema” per cambiare profondamente la proposta iniziale della Commissione. “Dimostriamo che non dobbiamo scegliere tra economia e ambiente”, ha dichiarato ancora l’eurodeputata. Toni trionfalistici anche da Roma: “Abbiamo dimostrato che oggi a Bruxelles c’è un’Italia che non si arrende a soluzioni che penalizzano la nostra industria”, ha esultato Giorgia Meloni alla notizia dell’approvazione dell’accordo.
Palazzo Chigi ha inoltre chiarito che gli emendamenti al regolamento approvati “incentivano tecnologie in cui stiamo investendo, come il riciclo chimico” e “salvaguardano settori in cui le nostre aziende hanno accresciuto la riciclabilità degli imballaggi, in cui siamo all’avanguardia, come quello delle plastiche compostabili, o in cui esportiamo prodotti di eccellenza, come vini, spumanti, vermouth e distillati”.