Bruxelles – Arrivano senza conferenze stampa né valutazioni d’impatto le proposte della Commissione Europea per modificare la Politica Agricola Comune (Pac), dopo le proteste degli ultimi mesi in tutto il continente e in particolare a Bruxelles con due dure manifestazioni nel corso del mese di febbraio. “Con queste proposte la Commissione intende apportare adeguamenti limitati e ben mirati” ai Regolamenti sui piani strategici della Pac “per risolvere alcune difficoltà di attuazione”, si legge nel testo pubblicato oggi (15 marzo) dal gabinetto von der Leyen, che ricalca le linee già tracciate dal documento informale dello scorso 22 febbraio.
Nonostante la Commissione ci tenga a sottolineare che “intende mantenere e difendere l’orientamento generale” della Pac concordata da Parlamento e Consiglio nel 2021 ed entrata in vigore nel 2023 (con 336 miliardi di euro fino al 2027, circa il 31 per cento del bilancio pluriennale dell’Ue), le modifiche si concentrano sulla riduzione degli oneri amministrativi per gli agricoltori, sulla flessibilità garantita alle amministrazioni nazionali per l’attuazione e sull’equilibrio tra requisiti di condizionalità e sistemi volontari che incentivano le pratiche ecologiche. Nessuna valutazione d’impatto, “data l’urgenza politica di presentare questa proposta che mira a rispondere a una situazione di crisi nell’agricoltura”, ma quanto presentato oggi dall’esecutivo Ue si basa sulla “ampia gamma di suggerimenti e proposte” arrivati dalle maggiori organizzazioni agricole europee, dal Consiglio dell’Ue riunitosi il 26 febbraio e dalla commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale (Agri) del Parlamento Europeo per “un’azione urgente di semplificazione degli oneri amministrativi per gli agricoltori” e per “un quadro politico stabile e coerente, con ulteriori riforme a lungo termine”.
Dopo la deroga temporanea per tutto il 2024 ai terreni incolti, la Commissione propone di eliminare completamente la destinazione di “una quota minima di terreno coltivabile ad aree non produttive” dallo standard 8 delle ‘Buone condizioni agronomiche e ambientali’ (Bcaa) – cioè terreni incolti – “pur mantenendo la protezione degli elementi paesaggistici esistenti”. Gli Stati membri sono invece tenuti a “istituire un eco-schema” che offra un sostegno agli agricoltori “per mantenere una parte dei terreni coltivabili in stato non produttivo o per creare nuovi elementi paesaggistici” (come siepi o alberi). In questo gli agricoltori saranno “specificamente ricompensati per queste aree non produttive che sono benefiche per la biodiversità sui terreni agricoli e, più in generale, delle aree rurali”. I Ventisette potranno anche prevedere “esenzioni specifiche” dalle norme sugli standard Bcaa 5, 6 e 7 (gestione della lavorazione del terreno, copertura del suolo e terreni a riposo) per le situazioni che “rischiano di essere contrarie ai loro obiettivi”, come nel caso di condizioni specifiche di terreni e sottosuoli. Più nello specifico sulla rotazione delle colture (standard 7) la Commissione propone di mantenerla ma di consentire agli Stati membri di “aggiungere la possibilità di soddisfare questo requisito con la diversificazione delle colture“, un flessibilità che dovrebbe consentire agli agricoltori “colpiti da regolare siccità o di precipitazioni eccessive” di rispettare la condizione “in modo più compatibile con la realtà agricola”.
Tra le modifiche più significative c’è la proposta di esentare le aziende agricole sotto i 10 ettari dai controlli di condizionalità e dalle sanzioni, una misura che “riguarda il 65 per cento dei beneficiari” della Pac ma “solo solo il 10 per cento della superficie agricola totale”, ricorda la Commissione. “Lo scopo è alleviare l’onere amministrativo legato ai controlli, che è più elevato per le piccole aziende agricole rispetto a quelle più grandi“. In altre parole – oltre alle flessibilità generali sulle Bcaa – l’alleggerimento degli oneri per i piccoli agricoltori con una dimensione massima di azienda non superiore a 10 ettari di superficie agricola garantirà che non debbano “essere controllati per quanto riguarda il rispetto dei requisiti di gestione obbligatori”, dal momento in cui l’esenzione “non ostacolerebbe in modo significativo il ruolo dei requisiti di condizionalità nel contribuire agli obiettivi climatici e ambientali”. Inoltre viene proposto anche di aumentare il numero di richieste di modifica del Piano strategico della Pac da una a due all’anno: “Questo è necessario per affrontare più rapidamente le mutevoli situazioni degli agricoltori, comprese quelle causate da eventi climatici avversi”, specifica la Commissione.
Per quanto riguarda la remunerazione degli agricoltori e la loro posizione nella filiera alimentare, si seguiranno tre strade. In primis la Commissione lancerà un osservatorio dei costi di produzione, dei margini e delle pratiche commerciali nella catena di approvvigionamento agroalimentare – con i rappresentanti di tutti i settori della filiera alimentare e i rappresentanti degli Stati membri e della Commissione – la cui prima riunione “è prevista per l’estate”. In secondo luogo viene proposto il rafforzamento delle norme applicabili ai contratti che gli agricoltori stipulano con gli acquirenti dell’industria alimentare o della vendita al dettaglio, attraverso nuove opzioni al Regolamento che istituisce un’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (Ocm) e all’applicazione transfrontaliera delle norme contro le pratiche commerciali sleali. Infine la Commissione condurrà una “valutazione approfondita” della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare in vigore dal 2021, con la prima relazione consegnata nella primavera del 2024 e una valutazione più dettagliata da presentare nel 2025 insieme a proposte legislative “se opportuno”.
Nel corso di una telefonata tra la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il primo ministro polacco, Donald Tusk, la numero uno dell’esecutivo dell’Unione ha anche anticipato che “a breve” sarà presentata una proposta per “introdurre restrizioni all’importazione di prodotti agricoli dalla Russia“. Il Berlaymont “sta valutando” la nuova imposizione, come è emerso nel corso del confronto telefonico di oggi pomeriggio tra i due leader della famiglia dei popolari europei sulle “ulteriori misure per affrontare la situazione del mercato dei cereali e l’importazione di grano dalla Russia”. La stessa presidente von der Leyen ha collegato la situazione di “crescenti incertezze” che stanno affrontando gli agricoltori agli “eventi geopolitici come la guerra di aggressione della Russia all’Ucraina” e per questa ragione – come “risposta diretta alle richieste ricevute dalle organizzazioni di agricoltori in Polonia e al di fuori di essa” – la Commissione ha avanzato le proposte di oggi per “applicare alcuni standard in modo più compatibile con le realtà quotidiane che gli agricoltori devono affrontare sul campo”.
“Le modifiche alla Pac proposte della Commissione vanno incontro a molte delle richieste avanzate dalla Coldiretti verso una maggiore semplificazione e l’eliminazione di alcuni vincoli green che pesano sulle aziende agricole, a partire dall’obbligo dei terreni a riposo, oltre che più flessibilità per gli Stati. Ora, però, è necessario uno scatto in più sulla revisione delle regole per gli Aiuti di Stato, per dare le risposte necessarie alle problematiche delle imprese”. Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini commenta la proposta della Commissione.