Bruxelles – Questa mattina (12 marzo), la nave dell’Ong Open Arms che per prima consegnerà aiuti umanitari a Gaza lungo il corridoio marittimo cipriota è salpata di buon ora. Con due giorni di ritardo sulla tabella di marcia, ma in perfetto orario per il contemporaneo intervento di Ursula von der Leyen alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.
“Mentre parliamo, una nave sta salpando da Cipro verso il nord di Gaza. Aiuti umanitari di base, cibo per una popolazione che si trova ad affrontare una catastrofe umanitaria”, ha annunciato la presidente della Commissione europea agli eurodeputati aprendo il dibattito di preparazione al prossimo Consiglio europeo. Un carico di 200 tonnellate di farina, riso e cibo in scatola. Una missione “molto complessa che confidiamo sarà la prima di molte”, scrive in un post su X l’ong spagnola che trasporterà il carico.
L’apertura del corridoio marittimo per Gaza viene in soccorso a von der Leyen, per poter dimostrare l’impegno della Commissione europea di fronte a un’Eurocamera che la critica sempre più duramente per la sua posizione molto morbida nei confronti di Tel Aviv. E in effetti, la leader Ue si concentra sulla catastrofe umanitaria a Gaza senza mai nominare l’amico israeliano. Prima esulta per “la prima nave autorizzata a consegnare aiuti umanitari nella Striscia dal 2005”, in un momento in cui “la situazione sul terreno è più drammatica che mai e ha raggiunto un punto critico”.
Fianco a fianco con Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Cipro, la Commissione europea potrà così “aiutare in modo decisivo ad aumentare la quantità di aiuti che raggiungono effettivamente le persone”. Von der Leyen ha spiegato che gli Emirati e altri partner cofinanzieranno i carichi, Cipro gestirà le partenze dal porto di Larnaca e “noi dell’Ue intensificheremo il nostro supporto logistico sul campo“. In questo senso, un team di coordinamento dell’Ue “è già a Cipro e finanzierà e coordinerà il flusso di merci europee attraverso questo corridoio”, ha annunciato la presidente dell’esecutivo Ue. E in attesa dell’allestimento del porto galleggiante da parte di Washington, il corridoio marittimo sarà percorso da “navi più piccole”.
Poi la presidente della Commissione europea ha inoltre annunciato che l’attivazione del Meccanismo di protezione civile dell’Ue per “rafforzare il sostegno” alle iniziative di distribuzione degli aiuti da terra e dal cielo. “Invito tutti gli Stati membri a contribuire con mezzi, dai paracadute ai container“, ha lanciato l’appello von der Leyen.
Davanti ai report e alle notizie di “bambini che muoiono di fame”, gli sforzi dell’Ue devono andare tutti nella direzione di assicurare l’ingresso nella Striscia della maggior quantità di assistenza umanitaria possibile. “Tutti sanno quanto sia difficile far arrivare gli aiuti a Gaza“, ha sottolineato von der Leyen. Senza però fare neanche un accenno al fatto che gli ostacoli all’ingresso dei convogli via terra e alla distribuzione dei beni alla popolazione sono molto spesso causati dall’esercito israeliano. Che non apre tutti i varchi disponibili, che blocca gli aiuti per controlli interminabili e che soprattutto non garantisce la loro distribuzione in sicurezza.
“In questo momento c’è solo un modo per ripristinare un flusso adeguato di aiuti umanitari: la popolazione di Gaza ha bisogno di una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile, e ne ha bisogno ora”, ha concluso von der Leyen. Una formula che – nonostante la netta evoluzione rispetto all’inizio del conflitto – rimane significativamente più indietro rispetto a quella richiesta di “cessate il fuoco immediato” che ormai da tempo viene rilanciata da una larga maggioranza della comunità internazionale. E dei Paesi dell’Ue, ma non ancora dal loro esecutivo.