Bruxelles – Più dengue, diffusione di malaria, malattia del Nilo occidentale (West Nile): l’aumento delle temperature globali diventano una minaccia sanitaria. Nel dibattito sui cambiamenti climatici si pone attenzione alle ricadute ambientali, alla pressione sulla sicurezza alimentare, anche sulle ricadute sociali con il rischio di nuovi flussi migratori. Ma c’è un altro aspetto legato all’aumento delle colonnine di mercurio, ed è quello della salute.
L’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), nella sua valutazione dei rischi climatici di fresca pubblicazione, accede in riflettori sul cambiamento della diffusione di malattie oggi poco europee ma che europee potrebbero diventarlo. Il punto è che con nuove temperature si creano nuove condizioni anche per circolazione, proliferazione e resistenza di malattie, la cui gestione rischia di pesare, e non poco, sui sistemi sanitari nazionali e tradursi in nuovi costi per gli Stati.
- Europa come i tropici: in arrivo la dengue
L’Eea avverte che con tra le conseguenze di un aumento delle temperature, “la durata potenziale della stagione di trasmissione della dengue potrebbe aumentare di circa 1-2 mesi entro il 2080 nell’Europa sud-orientale”. Questo vorrebbe dire che nell’area interessata ci sarebbe “una popolazione aggiuntiva a rischio di circa 150-250 milioni, a seconda dello scenario delle emissioni”. Tali cambiamenti futuri si verificano soprattutto a basse altitudini, vale a dire al di sotto dei 500 metri sopra il livello del mare.
Endemica in India, sudest asiatico e America centrale, la dengue produce febbre, cefalea, dolore muscolare e articolare, e esantema simile a quello del morbillo. Nei casi gravi può essere richiesta la trasfusione di sangue, e in alcuni casi può risultare anche mortale.
- Febbre del Nilo occidentale (West Nile Virus)
La Dengue non è la sola nuova patologia con cui gli europei potrebbero dover imparare a convivere. L’agenzia europea dell’ambiente avverte che le proiezioni del cambiamento climatico prevedono un’espansione delle aree colpite dalla Febbre del Nilo occidentale (o West Nile Virus, Wnv), in particolare nell’Europa occidentale, ma non solo. Perché nel medio termine (2050), si simula un aumento del rischio di trasmissione del Wnv soprattutto nell’Europa sudorientale, nell’Italia nordorientale e nella Francia sudorientale.
Caratterizzata da sintomi simili all’influenza (febbre, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari), può portare anche, nei casi più gravi, a meningiti. Il problema di questa malattia è che non esistono al momento cure efficaci per eradicarla in modo definitivo, e le terapie sono di contenimento volto a evitare che possa portare a conseguenze più serie.
- Malaria, uno scenario europeo
L’aumento delle temperature potrebbe fare dell’Europa un terreno fertile per la malaria. Un moderato aumento della durata della stagione di trasmissione della malaria (1-2 mesi) è simulato nell’Europa sudorientale entro il 2080 in aree a bassa densità di popolazione. “Tali cambiamenti potrebbero portare ad un aumento della popolazione a rischio pari a 200-250 milioni”, avverte l’Eea.
- Chikungunya, da Asia e Africa all’Europa
Non finisce qui. Perché le proiezioni della temperatura negli scenari di cambiamento climatico per l’Europa indicano “un moderato aumento dell’idoneità climatica, in particolare nell’Europa centrale”, per diffusione di Chikungunya soprattutto su Francia e Italia e nelle aree circostanti i fiumi Reno e Rodano, ma un declino nell’Italia settentrionale vicino alla costa adriatica.
La Chikungunya è una malattia endemica di India, Indonesia e Madagascar. Produce febbre alta e dolori muscolari e alle giunture, più forti di quelli che si avrebbero con una normale influenza. Viene trasmessa dalla zanzara tigre, ormai diffusa anche in Italia. Non ci sono cure specifiche, ma è in fase di sviluppo un vaccino.