Bruxelles – Con tre sessioni plenarie ancora in programma prima della fine della legislatura – di cui una mini-sessione il 10-11 aprile – i lavori del Parlamento Ue stanno subendo una decisa accelerata per ultimare tutti i dossier ancora in sospeso prima di un maggio all’insegna della campagna elettorale in vista delle europee del 6-9 giugno. Ecco perché, a scorrere l’agenda dei voti previsti nell’agenda della plenaria della prossima settimana (11-14 marzo), risulta evidente che gli eurodeputati si stanno preparando alle battute finali della legislatura con una serie di voti-chiave su alcuni file legislativi che soprattutto in questo ultimo anno hanno dimostrato di poter essere controversi o decisivi per il futuro dell’Unione.
Al Parlamento Ue si comincia subito lunedì (11 marzo) con il dibattito sul Cyber Resilience Act, la prima legislazione a livello Ue sulla resilienza informatica: l’intesa raggiunta il 30 novembre dello scorso anno dal relatore Nicola Danti (Italia Viva) con i negoziatori del Consiglio sarà sottoposta al voto dell’emiciclo di Strasburgo martedì (12 marzo). Sempre lunedì (con voto martedì) andrà poi in scena il confronto in Aula su un tema che in Italia è stato particolarmente criticato: la revisione della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, la cosiddetta ‘direttiva case green’. Dopo il semaforo verde di due mesi fa dalla commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia (Itre), la maggioranza sarà testata all’emiciclo di Strasburgo sul via libera finale della plenaria all’accordo che ha mantenuto l’impianto generale della proposta della Commissione Ue: a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero – mentre per gli edifici pubblici a partire dal 2028 – con l’intero patrimonio edilizio climaticamente neutro entro il 2050.
Attesi passi in avanti (ma non ancora conclusivi) sulla direttiva sulle dichiarazioni ecologiche, le nuove regole per verificare le affermazioni a tema ambientale delle aziende e proteggere i consumatori da pubblicità ingannevoli. Dopo il dibattito di lunedì pomeriggio, il voto per il via libera alla posizione negoziale del Parlamento Ue sulla direttiva che integra quella gemella contro il greenwashing (già approvata a gennaio) è previsto per martedì, anche se il dossier sarà ripreso dopo le elezioni europee per l’avvio dei triloghi con i co-legislatori del Consiglio dell’Ue. Dopo il dibattito con i rappresentanti di Consiglio e Commissione sulla preparazione al Consiglio Europeo del 21-22 marzo, i riflettori saranno puntati martedì all’ora di pranzo anche sul voto sulla direttiva sulle emissioni industriali. Lo strumento legislativo concordato a fine novembre per regolare l’inquinamento provocato dagli impianti industriali – compresi gli allevamenti intensivi di bestiame, responsabili per la produzione di ossido di azoto, ammoniaca, mercurio, il metano e biossido di carbonio – potrebbe diventare un nuovo terreno di scontro politico di fronte all’ondata di proteste degli agricoltori europei nell’ultimo mese e mezzo.
Si entra poi nel vivo con due dossier cruciali per il futuro dell’Unione. Il primo è il Media Freedom Act, la legislazione che obbligherà gli Stati membri a proteggere l’indipendenza dei media da interferenze governative, politiche, economiche o private nelle decisioni editoriali, in discussione martedì pomeriggio e al voto mercoledì (13 marzo): nel testo concordato a dicembre 2023 sono previste misure per impedire che i giornalisti siano obbligati tramite pressioni esterne a rivelare le proprie fonti o che siano oggetto di attacchi attraverso spyware. E poi c’è l’Atto Ue sull’intelligenza artificiale, la prima legislazione al mondo che disciplina gli usi e gli sviluppi delle nuove tecnologie arrivata alle ultime battute. Dopo l’intesa raggiunta al termine di una maratona negoziale di 36 ore a inizio dicembre dai co-relatori Brando Benifei (Pd) e Dragoș Tudorache con i negoziatori del Consiglio, martedì sarà presentato in plenaria del Parlamento Ue il testo da votare il giorno seguente. Se questi due voti in plenaria non sembrano creare grossi problemi a Strasburgo, sarà invece da prestare attenzione al voto (sempre mercoledì) sui nuovi standard Euro 7 per ridurre le emissioni inquinanti e fissare requisiti di durata delle batterie per autovetture, furgoni, autobus e camion. Il Parlamento Ue ha già mostrato di poter spaccare la maggioranza su questo dossier, che ora è arrivato all’ultimo step dopo l’accordo politico di metà dicembre dello scorso anno che ha di molto annacquato le ambizioni iniziali della Commissione.