Bruxelles – L’Italia a rischio procedura d’infrazione per la discriminazione dei giudici tributari e una legislazione nazionale che potrebbe non essere in linea con le norme comunitarie. La Commissione europea accende i riflettori sul Paese anche sulla scia delle pressioni esercitate da Aldo Patriciello (Fi/Ppe), che con tanto di interrogazione, chiede lumi. L’esecutivo comunitario adesso prende seriamente in esame la situazione, e non si possono escludere eventuali richiami all’ordine.
“La Commissione ha ricevuto di recente diverse denunce di giudici tributari”, rileva Nicolas Schmit, commissario europeo per il Lavoro e gli affari sociali, nella sua risposta. I denuncianti, ammette Schmit, “sollevano questioni di discriminazione per quanto riguarda le condizioni di lavoro, tra cui la remunerazione, le ferie annuali e le misure di sicurezza sociale”. Di fronte alla denunce Bruxelles si è attivata, accendendo i riflettori sull’Italia.
“Alla luce delle recenti denunce e delle informazioni supplementari fornite dai denuncianti, i servizi della Commissione stanno attualmente valutando la conformità della legislazione nazionale riformata alle prescrizioni del diritto dell’Ue“, fa sapere Schmit. Una precisazione dalle chiare implicazioni pratiche. Qualora le verifiche del caso dovessero accertare una mancata conformità del diritto italiano con quello europeo, la Commissione potrebbe intimare al governo i correttivi del caso. Tradotto: invio della lettera di costituzione in mora e l’automatica apertura della procedura d’infrazione.
Schmit anticipa già cosa stano guardando e cosa guarderanno i servizi competenti della Commissione. Si lavora per “accertare lo status di lavoratore dei giudici tributari in riferimento all’acquis dell’Ue in materia di diritto del lavoro“. Più nello specifico, continua il commissario europeo, ci si concentra sul “rispetto del principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo parziale rispetto ai lavoratori a tempo pieno comparabili alla luce delle differenze di trattamento tra i giudici tributari e i magistrati tributari
ai sensi delle norme nazionali riformate”. Il governo è avvisato.