Bruxelles – L’associazione irlandese Third Age Foundation, che combatte la solitudine delle persone in età avanzata, vince il primo premio della società civile del Comitato economico e sociale dell’Ue (Cese) per la salute mentale.
“Il loro lavoro sulla salute mentale è davvero stimolante e dovrebbe essere riconosciuto anche a livello europeo”, commenta nel corso della cerimonia di premiazione, durante la Settimana della società civile, il Presidente del Cese Oliver Röpke.
“Le persone in tutta l’Ue, giovani e meno giovani, lottano sempre più spesso contro problemi della salute mentale – osserva il presidente -. Ansia e depressione sono aumentate in tutta Europa. La società civile svolge un ruolo fondamentale nel fornire servizi che attualmente non sono adeguatamente forniti dal sistema sanitario pubblico, con particolare attenzione alle esigenze specifiche dei gruppi vulnerabili”.
“I disturbi della salute mentale come l’ansia, la depressione e i disturbi alimentari sono aumentati in tutta Europa”, gli fa eco la vicepresidente del Cese per la Comunicazione, Laurențiu Plosceanu.
“I disturbi della salute mentale possono essere un’epidemia silenziosa – scandisce -, ma è certamente un’epidemia enorme. Con il premio, il nostro Comitato vuole rompere questo tabù e parlare di salute mentale e benessere mentale. E vogliamo anche evidenziare il lavoro che la società civile svolge per migliorare il benessere mentale”.
Il Comitato economico e sociale europeo premia cinque organizzazioni senza scopo di lucro per il loro contributo alla lotta contro i disturbi mentali, aumentati in modo drammatico nell’UE.
Il premio di 50mila euro è stato suddiviso tra i cinque progetti vincitori.
Third Age Foundation si è aggiudicata il primo premio di 14mila euro.
Gli altri quattro classificati hanno ricevuto 9mila euro ciascuno.
Al secondo posto, l’Associazione Pro Lapinlahti, Finlandia, per il suo centro comunitario Lapinlahden Lähde. Al terzo posto, Integra, Slovacchia, per l’iniziativa “Crazy? So what!”. Al quarto
La Fondazione Lilinkoti, Finlandia, per “The World of Recovery”. Al quinto
l’Organizzazione Animenta, Italia, per il suo progetto ‘Telling stories for good’.