Bruxelles – La Russia attacca l’Europa con i richiedenti asilo, ammassando migranti lungo la frontiera russo-finnica, minacciando di inondare Finlandia e Unione europea di nuovi flussi. Mentre il Cremlino muove truppe e mezzi in Ucraina, contemporaneamente apre un altro fronte a nord, per mettere in difficoltà l’Ue senza bisogno di dover ricorrere alla forza. Così denuncia Mari Rantanen, ministra degli Interni della Finlandia, al suo arrivo a Bruxelles per i lavori del consiglio Affari interni.
“A partire dall’autunno sono arrivate più di 1.300 persone, che sono state portate al confine”, denuncia la ministra. “Ma non dobbiamo guardare solo ai numeri, dobbiamo guardare a quello che c’è dietro questi numeri, cosa succede e come queste persone arrivano ai nostri confini”. Il governo di Helsinki vede una strategia chiara e voluta, una macchinazione del Cremlino per dividere il blocco dei 27 con un tema sempre delicato e divisivo. Una strategia già usata dalla Bielorussia di Alexsandr Lukashenko, alleato del presidente russo Vladimir Putin e che già in passato ha cercato di mettere sotto pressione l’Ue ammassando immigrati alla frontiera dei Paesi baltici.
La storia sembra ripetersi, adesso lungo il confine tra Russia e Finlandia lungo più di 1.300 chilometri.”La nostra frontiera orientale è sottoposta a pressione della Russia”, ribadisce Rantanen. “Dobbiamo discutere la questione e capire come gestire la situazione in futuro”, perché, spiega, si tratta di “proteggere l’Unione nel suo complesso e le sue frontiere esterne”. Da qui la richiesta per “un meccanismo a livello Ue” e l’intenzione di continuare a sollevare il tema e discuterne in sede comunitaria.