Bruxelles – Quasi 60 milioni di tonnellate di frutta e verdura raccolte per un valore di 68 miliardi di euro. Trionfano – in termini di quantità – i pomodori e le mele. E due Paesi membri che si giocano il primo posto nelle classifiche della maggior parte delle colture: Spagna e Italia. È la fotografia relativa allo stato di salute della produzione europea di frutta e verdura nel 2022 scattata da Eurostat.
Su due milioni di ettari di terreni nei 27 Paesi membri, le tre verdure fresche più coltivate sono state i pomodori (15,4 milioni di tonnellate), le cipolle (6,2 milioni di tonnellate) e le carote (4,4). Per quanto riguarda la frutta, primo posto per le pomacee (12,6 milioni di tonnellate di mele e 2,1 di pere), seguite dagli agrumi (10,5 milioni di tonnellate) e da 6,3 milioni di tonnellate di dupracee – pesche, albicocche, ciliegie, prugne-.
I due quinti dell’intera superficie di produzione frutticola dell’Ue si trovano in Spagna. Più di 1,5 milioni di ettari di terreno, di cui quasi il 60 per cento dedicati alle noci – in particolare mandorle, di cui Madrid è addirittura il secondo produttore al mondo dopo gli Stati Uniti – e il 20 per cento agli agrumi. Ben distante l’Italia, al secondo posto, che ospita nel proprio territorio il 17 per cento della superficie di produzione frutticola, seguita da Polonia e Portogallo, rispettivamente al 9 e all’8 per cento.
Spagna e Italia si scambiano le posizioni per quanto riguarda le superfici coltivate a verdure fresche: Roma è leader in Ue con il 19,7 per cento del totale, Madrid seconda con il 19 per cento. Al terzo posto la Francia, con il 14,1 per cento. Il dato italiano è trainato dalla raccolta di pomodori, il 40 per cento di tutti quelli prodotti in Ue. Al secondo posto, anche nel caso dei pomodori, c’è la Spagna, con il 24 per cento.
L’Europa mediterranea non detiene il primato solo per quanto riguarda le produzioni di ortaggi da bulbo e da radice: nel 2022 i Paesi Bassi sono stati il principale produttore di cipolle, con quasi un quarto delle cipolle raccolte nell’Ue, mentre la Germania lo è stato per le carote (18 per cento del totale dell’Ue). C’è spazio anche per un’eccezione che conferma la regola: il maggiore produttore di mele dell’Ue è stata la Polonia, con il 34 per cento del totale, quasi il doppio dell’Italia (18 per cento) al secondo posto. L’Italia resta leader per la produzione di pesche (34 per cento della produzione Ue) e pere (25 per cento del totale).
L’Ue continua a essere importatore netto di frutta e verdura
Tutto questo per un valore totale di 68 miliardi di euro. Suddiviso tra i 40,7 miliardi di euro delle verdure e i 27,3 della frutta. Anche a livello economico, Spagna e Italia sono per distacco i Paesi leader: alla Spagna il 22,5 per cento del valore di frutta fresca e verdura, all’Italia il 21,3 per cento. Al terzo posto la Francia, con il 10,2 per cento. Pomodori e mele ancora regine: la produzione di pomodori valutata 7,8 miliardi di euro, quella di mele 4,7 miliardi di euro.
Oltre al patrimonio ortofrutticolo dell’Ue, nel 2022 i 27 hanno importato frutta e verdura per 20,6 miliardi di euro. Esportandone invece per un valore pari a 9,4 miliardi. Anche nel 2022, l’Ue si è confermata un importatore netto di frutta e verdura, con un deficit commerciale di 11,2 miliardi di euro.