Dall’inviato a Strasburgo – Una standing ovation tanto scontata quanto meritata. L’Eurocamera sta con Yulia Navalnaya, la moglie del leader dell’opposizione russo morto in un carcere in Siberia lo scorso 16 febbraio, e con tutti i dissidenti che non si piegano al regime di Vladimir Putin. Ma Yulia – che ha promesso che continuerà la missione di Alexei, non è venuta all’emiciclo europeo solo per un caloroso abbraccio. Nel suo intervento, ha esortato le istituzioni Ue a ricercare nei Paesi membri “gli avvocati e i finanzieri che aiutano Putin e i suoi amici a nascondere il denaro”.
La moglie di Navalny ha annunciato che il funerale si terrà domani (29 febbraio). “Non so ancora se sarà pacifico o se la polizia arresterà coloro che sono venuti a salutare Alexei”, ha dichiarato in Aula. L’omicidio di Navalny “ha dimostrato ancora una volta a tutti che Putin è capace di tutto e che non si può negoziare con lui”, ha insistito Yulia, con un allusione a chi “si è abituato alla guerra” in Ucraina e inizia a ponderare l’opzione di un accordo con il Cremlino.
In un Eurocamera che è appena entrata negli ultimi cento giorni prima delle elezioni europee, Navalnaya ha evocato lo scenario di una campagna elettorale in cui non si possono incontrare gli elettori, rilasciare interviste, girare spot pubblicitari. “Benvenuti nella Russia di Putin”, ha dichiarato. Eppure suo marito “è riuscito a diventare il politico più famoso del Paese e ispirare milioni di persone con le sue idee”. Sperimentando in continuazione, aggirando la censura di Mosca e innovando sempre la propria strategia.
Allo stesso modo, dopo tredici pacchetti di sanzioni che non sono riuscite ad affondare il gigante russo, l’Ue dovrebbe capire che “non si può colpire Putin con un’altra risoluzione o un’altra serie di sanzioni che non sono diverse da quelle precedenti”. Perché ai confini dell’Europa non c’è un politico, ma “un sanguinario mafioso, il capo di un’organizzazione criminale“.
Per combattere contro la criminalità organizzata, bisogna applicare i metodi giusti: “Non note diplomatiche, ma indagini sulle macchinazioni finanziarie. Non dichiarazioni di preoccupazione, ma ricerca degli associati alla mafia nei vostri Paesi, degli avvocati e dei finanzieri discreti che aiutano Putin e i suoi amici a nascondere il denaro”. E in questa caccia, l’Ue può contare su “alleati affidabili”, le decine di milioni di russi che si oppongono a Putin e alla guerra.
Omaggiata dalla presidente Roberta Metsola, che ha ribadito la condanna dell’omicidio “nella maniera più ferma possibile” e l’appello per “un’indagine internazionale e indipendente”, Yulia Navalnaya ha concluso il suo intervento tra gli applausi scroscianti dell’aula strapiena. Ad eccezione di qualche scranno vuoto all’estrema destra, tra le file di Identità e Democrazia – gruppo in cui milita anche la Lega – e all’estrema sinistra.
Hanno poi preso la parola, a turno, i leader di tutti i gruppi politici. Tutti uniti contro il criminale Putin, insieme alla promessa di non abbandonare il popolo russo e di trovare nuovi strumenti per contrastare il regime di Mosca. Per i Conservatori e riformisti europei (Ecr) è intervenuto il capogruppo Nicola Procaccini (FdI), che di Navalny ha “sempre apprezzato il coraggio e la fantasia, la serenità e la fede con cui ha portato avanti le proprie idee. Anche quando in pochi riuscivano a comprenderne il senso, il valore”. Procaccini ha descritto Navalny come un “cristiano, nato in una famiglia di militari“, che si è “sempre battuto per la sua patria senza armi, né paura”. Paragonandolo a uno delle figure simbolo della destra europea, Jan Palach, che “affrontò da solo la morte bruciandosi davanti ai carri armati sovietici che invadevano Praga”.