Bruxelles – Il Parlamento europeo dice ‘basta’ alle querele facili contro i giornalisti. L’Aula riunita a Strasburgo ha approvato in via definita la proposta di direttiva ‘anti-bavaglio’, presentata dalla Commissione nel 2022 per garantire la libertà di stampa nel territorio dell’Unione europea. Gli Stato membri, nessuno escluso, avranno ora due anni di tempo per mettersi in regola ed evitare pratiche intimidatorio e vessatorie nei confronti degli operatori del settore dell’informazione.
E’ il Parlamento nella sua grandissima maggioranza che si esprime a favore della libertà di stampa: appena 47 contrari, a fronte di 546 favorevoli alla nuove norme, che vedono 31 astenuti. Obiettivo principale delle nuove regole è proteggere i giornalisti e gli attivisti da azioni legali vessatorie, volte a metterli a tacere. Una pratica, quest’ultima, in crescita e che ha visto l’Italia finire sotto i riflettori del Consiglio d’europa, organismo non Ue di cui il Paese fa parte, che ha accusato l’attuale governo Meloni di ricorrere a querele temerarie e denunce per diffamazioni facili proprio per restringere una libertà ritenuta fondamentale in democrazia. Gli europarlamentari dei partiti di maggioranza – Fdi, Lega, Fi – hanno tutti sostenuti il testo in Aula.
La nuova direttiva intende garantire che le persone e le organizzazioni che lavorano su questioni di interesse pubblico, quali i diritti fondamentali, le accuse di corruzione, la protezione della democrazia o la lotta alla disinformazione, godano della protezione dell’UE contro le cause legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica. La protezione UE si applicherà a tutte le cause transfrontaliere.
Introdotte due garanzie per i giornalisti oggetto di procedimenti legali: l’archiviazione anticipata se la causa è infondata e la possibilità di imputare al ricorrente le spese processuali stimate, compresa la rappresentanza legale del convenuto, nonché il risarcimento dei danni. Inoltre se il cronista chiede l’archiviazione anticipata, spetterà al denunciante dimostrare che vi sono motivi per portare avanti il procedimento. Il tribunale può anche imporre altre sanzioni ai ricorrenti, che spesso sono politici, aziende o gruppi di pressione, ad esempio condannandoli al risarcimento dei danni.
Previsto poi che non si possa ricorrere al fenomeno noto come forum shopping (la possibilità di scegliere la giurisdizione dove sottoporre la querela o la diffamazione sulla base di avere maggiori chance di vittoria in tribunale). Le nuove norme prevedono che le decisioni di un paese terzo in procedimenti infondati o abusivi nei confronti di persone o istituzioni dell’UE non possano essere riconosciute.
Ogni Stato membro inoltre non dovrà intralciare in alcun modo trasparenza o assistenza. I governi dei Paesi Ue dovranno garantire che le potenziali vittime di azioni legali abusive possano accedere alle informazioni sulle garanzie procedurali e sui mezzi di ricorso, tra cui il patrocinio gratuito e il sostegno finanziario e psicologico.
Tra i contrari al provvedimenti spicca Francesca Donato, eletta nelle liste della Lega, poi uscita da partito e gruppo politico in disaccordo sulle politiche in materia di obbligo di green-pass durante la pademia di Covid-19. Adesso nel gruppo dei Non iscritti, Donato è l’unica degli italiani ad opporsi alle norme anti-bavaglio dell’Ue.