Bruxelles – Mettere in pausa (o eliminare del tutto) alcuni principi dell’architettura verde della Pac, iter di semplificazione dei piani strategici, aumento del contributo minimo che i governi possono concedere ai propri agricoltori in termini di aiuti di stato e clausole specchio negli accordi commerciali. Mentre quasi mille trattori mettevano a ferro e fuoco Bruxelles per protestare ancora contro le politiche comunitarie, i 27 ministri europei dell’agricoltura riuniti nella capitale belga hanno concordato oggi (26 febbraio) sulla necessità di chiedere alla Commissione europea ulteriori misure a medio e lungo termine per dare sollievo al comparto.
Le “misure di riduzione degli oneri amministrativi” della nuova Pac – presentate dall’Esecutivo la scorsa settimana attraverso un documento informale – “vanno nella giusta direzione, ma non sono sufficienti”, ha sintetizzato in conferenza stampa il ministro belga dell’Agricoltura e presidente di turno Ue, David Clarinval, al termine della riunione, dominata dalle proteste degli agricoltori e associazioni di categoria (prevalentemente belgi). Proprio una delegazione di manifestanti è stata ricevuta nel primo pomeriggio dal ministro belga e dal commissario europeo all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, nel Palazzo Europa dove era da pochi minuti finita la riunione.
After the #AGRIFISH Council, the Belgian Presidency and the EU Commissioner @jwojc received a delegation of farmers to further address their concerns.#EU2024BE pic.twitter.com/GzB9jqOPwy
— Belgian Presidency of the Council of the EU 2024 (@EU2024BE) February 26, 2024
Clarinval aveva invitato i 27 governi a presentare nelle scorse settimane i loro suggerimenti per contribuire al dibattito di oggi, da cui sono emersi oltre 500 suggerimenti. Le ventisette delegazioni “sono ferme nel dire che la situazione non può rimanere così com’è. È necessario adottare rapidamente misure e anche misure a più lungo termine a livello di Unione europea” per andare incontro alle richieste degli agricoltori europei. Ulteriori misure, la maggior parte delle quali riguardano l’architettura della Politica agricola comune, concordata a fatica da Parlamento e Consiglio nel 2021 ed entrata in vigore solo nel 2023, dopo due anni di periodo transitorio per circa 336 miliardi di euro fino al 2027 (circa il 31 per cento del bilancio pluriennale dell’Ue).
Tra queste, il dibattito si concentra sulla flessibilità sulle cosiddette ‘condizionalità’ verdi (BCAA 6-7-8) che consentono agli agricoltori di accedere agli aiuti diretti della Pac: nello specifico, la copertura minima del suolo per evitare il suolo nudo nei periodi più sensibili (BCAA 6); la rotazione delle colture nei seminativi, ad eccezione delle colture che crescono sotto l’acqua (7) e la quota minima di superficie agricola (seminativi) dedicata ad aree non produttive (8), già ‘derogata’ dalla Commissione per tutto il 2024.
Non basta. Agricoltori e diversi Stati membri, Italia compresa, puntano a riaprire i cantieri della Pac per adottare queste e altre misure a livello più strutturale, senza aspettare il nuovo esercizio finanziario. Anche se i tempi sono stretti a causa delle elezioni europee di giugno che lasceranno Bruxelles senza istituzioni operative per qualche mese. Tanto che l’idea della presidenza belga alla guida semestrale dell’Ue è solo quella di “presentare degli input” alla prossima Commissione europea. Ma proprio le elezioni di giugno pressano le istituzioni di Bruxelles a continuare a concedere aiuti e sostegno al settore.
L’Italia ha chiesto una revisione della Pac (Politica agricola comune) “che sia rapida. Noi chiediamo di sviluppare la produzione come elemento centrale, garantire il reddito delle imprese agricole perché senza reddito anche la passione non è sufficiente a continuare a svolgere questa attività e senza agricoltura non c’è possibilità di tenere insieme un patrimonio culturale di ricchezza che questo mondo rappresenta e che per l’Italia è vitale”, ha puntualizzato il ministro dell’agricoltura e sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, in un punto stampa di fronte al Parlamento europeo, prima di prendere parte ai lavori del Consiglio.
Per il ministro italiano l’attuale Pac “è stata scritta male, noi chiediamo delle modifiche sostanziali dove il reddito dell’agricoltore come manutentore del territorio sia tenuto in considerazione più di posizioni ideologiche”. Nonostante i tempi stretti, secondo il commissario non è impossibile farlo e soprattutto – si sbilancia – è possibile farlo entro i termini dell’attuale legislatura. “Il Consiglio Ue potrebbe riaprire l’atto di base della Pac e rivedere i criteri di condizionalità. C’è una maggioranza a favore di questa idea e anche il Parlamento europeo sostiene un’iniziativa da parte della Commissione in merito”, ha spiegato il commissario, sbilanciandosi sul fatto che teoricamente “sarebbe possibile farlo anche in questo mandato se vogliamo fare qualcosa rapidamente per gli agricoltori”. Concorda poi con Lollobrigida sul fatto che “la riforma è stata adottata in circostanze da quelle attuali. Penso che questa considerazione sia molto pertinente”. La realtà è che rimettere mano ai testi della Pac non è cosa da poco e la Commissione europea, in piena campagna pre-elezioni, per placare gli animi continua a promettere azioni che non è chiaro se sarà in grado di manterle.
Struttura della Pac, ma non solo. I ministri sposano la linea degli agricoltori chiedendo anche un aumento del contributo minimo che i governi possono mobilitare in aiuti di stato. “Proporrò alla Commissione europea di farlo perché” gli agricoltori “abbiano più flessibilità e un margine più ampio in termini di aiuti di stato in questa situazione difficile. Gli Stati membri devono avere la possibilità di sostenere gli agricoltori in questa crisi”, ha assicurato il commissario polacco. Sul tavolo di Bruxelles, anche le clausole specchio negli accordi commerciali (dopo che la Commissione ha messo in pausa l’accordo con il blocco Mercosur).