Bruxelles – Si avvicina il momento della definizione delle nuove priorità secondo l’agenda strategica Ue 2024-2029 e la Commissione Europea cerca di dettare i punti più importanti per il futuro di breve e medio termine dell’Unione. Come messo in chiaro oggi (23 febbraio) dal vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per il Green Deal, Maroš Šefčovič, nel suo intervento al quarto Dialogo sulla transizione pulita con i rappresentanti del settore delle materie prime critiche, il segretariato generale dell’esecutivo Ue “sta usando gli input delle nostre discussioni per preparare quelli che credo debbano essere i documenti strategici per il summit di aprile“, quando i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri “si siederanno insieme e discuteranno dell’agenda strategica Ue per il prossimo ciclo politico, per la prossima Commissione Europea e per il prossimo Parlamento Europeo”.
Dopo le discussioni strategiche al vertice informale di Granada nell’ottobre dello scorso anno e le consultazioni nelle capitali da parte del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, i Ventisette si riuniranno prima al vertice del 21-22 marzo e poi soprattutto a quello straordinario del 17-18 aprile, in cui l’agenda strategica Ue sarà tra i temi più importanti sul tavolo (in vista dell’adozione prevista per giugno). È proprio in quell’occasione che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, “vuole presentare i risultati delle nostre discussioni”, ha precisato Šefčovič: “Più saranno concreti e pratici, migliori saranno gli input che possiamo fornire ai leader, perché prendano le decisioni giuste e costruiscano un buon quadro per i prossimi cinque anni”. L’esecutivo dell’Unione arriverà pronta all’appuntamento di aprile grazie al report finale sui risultati dei Dialoghi – atteso per il 10 aprile, come emerge dall’agenda dei punti previsti all’ordine del giorno del Collegio dei commissari – che includerà quanto emerso dal ciclo di confronto sulla transizione pulita con i rappresentanti dei diversi settori industriali.
A proposito dei dialoghi con le industrie europee, dopo l’esordio con quelle del settore dell’idrogeno e quelle ad alta intensità energetica a fine 2023 e il prosieguo con quelle delle clean tech ieri (22 febbraio), il vicepresidente Šefčovič ha continuato la conversazione con il settore delle materie prime critiche. “Non abbiamo fatto il massimo negli ultimi 10/20 anni e dobbiamo recuperare rapidamente, è importante per il successo e la sicurezza economica dell’Unione Europea”, ha confessato il braccio destro di von der Leyen, ricordando che “per avere successo nelle nostre transizioni verde e digitale ed essere competitivi, qualsiasi tecnologia orientata al futuro ha bisogno di materie prime critiche“. Solo ieri la numero uno della Commissione Ue metteva in guardia su un altro livello di allarme, il “monopolio” di Pechino proprio dele materie prime critiche: “Il 97 per cento del litio che usiamo nell’Ue arriva dalla Cina, siamo totalmente dipendenti”. Ecco perché l’esecutivo Ue è impegnato a garantire l’accesso alle industrie europee attraverso la diversificazione dell’approvvigionamento: “Abbiamo il Global Gateway, con cui creiamo partnership con diverse regioni del mondo”, come dimostra “l’accordo con il Cile proprio sul litio”, ha precisato von der Leyen.
Le basi dell’agenda strategica Ue
In attesa delle discussioni al Consiglio Europeo straordinario di aprile e della presentazione degli input della Commissione Ue, le basi preliminari dell’agenda strategica Ue si basano sulla dichiarazione di Granada, il documento pubblicato al termine del vertice informale dei 27 leader Ue del 6 ottobre dello scorso anno. A proposito del capitolo sulla competitività, il testo affermava che “lavoreremo sulla nostra resilienza e sulla nostra competitività globale a lungo termine, assicurandoci che l’Ue abbia tutti gli strumenti necessari per garantire una crescita sostenibile e inclusiva e una leadership globale in questo decennio cruciale“. L’obiettivo è quello di “affrontare le vulnerabilità e rafforzare la nostra preparazione alle crisi” in particolare “nel contesto dei crescenti rischi climatici e ambientali e delle tensioni geopolitiche”, ma soprattutto “garantire la sostenibilità del nostro modello economico, senza lasciare indietro nessuno“.
Il lavoro si concentrerà su “efficienza energetica e delle risorse, circolarità, decarbonizzazione, resilienza alle catastrofi naturali e adattamento ai cambiamenti climatici”, avevano anticipato i Ventisette. Con un focus specifico sul tema dell’energia: “Garantiremo l’accesso a prezzi accessibili, aumenteremo la nostra sovranità e ridurremo le dipendenze esterne in altri settori chiave” in cui l’Unione “deve costruire un livello sufficiente di capacità per garantire il suo benessere economico e sociale”. Si tratta di “tecnologie digitali e a zero emissioni, farmaci, materie prime essenziali e agricoltura sostenibile“, specifica la dichiarazione, che ribadisce la necessità di “rafforzare la nostra posizione di potenza industriale, tecnologica e commerciale”.